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1) Dizion. 4° Ed. .
MULTIPLICARE
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MULTIPLICARE.
Definiz: Accrescer di numero, o di quantità. Lat. multiplicare, augere. Gr. πολλαπλασιάζειν.
Esempio: Bocc. g. 4. p. 5. Io avviso, che, avantichè io pervenissi alla fine, essi potrebbono in guisa esser multiplicati ec.
Esempio: E Bocc. nov. 83. 2. Ciò, che di lui si ragiona, non può altro, che multiplicar la festa.
Esempio: Vit. SS. Pad. 1. 118. Or non credete voi, che la mano di Dio possa multiplicare questo poco di pane, che è rimaso in queste sporte?
Definiz: §. In signific. neutr. Crescere in numero, e in quantità. Lat. crescere.
Esempio: Bocc. nov. 11. 9 La calca multiplicava ognora addosso maggiore.
Esempio: E Bocc. nov. 48. 3. Pareva, che quanto più la speranza mancava, tanto più multiplicasse il suo amore.
Esempio: Dittam. 1. 29. Invidia, superbia, e avarizia Vedea multiplicar tra i miei figliuoli.
Esempio: E Dittam. 2. 15. Multiplicava la mala gramigna.
Esempio: Cronichett. Amar. Questa gente era multiplicata tanto, ch'erano moltissimi i peccatori di lussuria isconcia.
Definiz: §. II. Multiplicare, termine, che esprime la terza operazione aritmetica.
Esempio: Mor. S. Greg. Quando si multiplica per le parti sue medesime, fa dodici, perocchè se noi multiplichiamo tre via quattro, o quattro via tre, fanno pur dodici.
Esempio: Libr. Astr. Che sappia altresì l'abbaco, e sue figure, e multiplicare, e come si parte un conto con un altro.
Definiz: §. III. Multiplicare in novelle, vale Dilatarsi con lunghezza di ragionamento.
Esempio: Bocc. nov. 82. 8. Multiplicando pur la Badessa in novelle, venne alla giovane alzato il viso.
Esempio: Galat. 20. Sicchè cortesemente fece ec. di non multiplicare in novelle con Chichibio.