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1) Dizion. 5° Ed. .
DOGANA.
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DOGANA.
Definiz: Sost. femm. Edifizio pubblico, dove si scaricano le mercanzie che vengono da altro Stato, e un tempo anche da altra provincia di un medesimo Stato, per mostrarle agli ufficiali, e gabellarle.
Dall'arabo dîwân, che anche significa Ufficio di amministrazione delle finanze, si fece da prima, per alterazione, dovana, e quindi, sostituito al v il g, dogana. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 251: Soleva essere, e forse che ancora oggi è, una usanza, in tutte le terre marine che hanno porto, così fatta, che tutti i mercatanti che in quelle con mercatanzie capitano, faccendole scaricare tutte in un fondaco, il quale in molti luoghi è chiamato dogana, tenuto per lo Comune o per lo Signor della terra, le portano. E quivi dando a coloro, che sopra ciò sono, per iscritto tutta la mercatanzia, ed il pregio di quella, è dato per li detti al mercatante un magazzino, nel quale esso la sua mercatanzia ripone, e serralo con la chiave; e li detti doganieri poi scrivono in sul libro della dogana a ragione del mercatante tutta la sua mercatanzia, faccendosi poi del lor diritto pagare al mercatante o per tutta o per parte della mercatanzia che egli della dogana traesse.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 257: E perchè potessero convenire insieme, il palagio, il quale è sopra la dogana, loro consegnarono.
Esempio: Ar. Sat. 1, 191: Tu 'l vedi in Banchi, alla dogana, al porto.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 199: Comandateli che vadia in dogana a farle spedire.
Esempio: Serdon. Stor. Genov. volg. 459: Si traevano [l'entrate] una parte del mastice, che non nasce in verun altro luogo del mondo, l'altra delle dogane, ec.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 62: Ogni tre miglia barriere, dogane.
Definiz: § I. E per l'Uffizio stesso che amministra le dogane. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 252: E da questo libro della Dogana assai volte s'informano i sensali e della qualità e della quantità delle mercatanzie che vi sono.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 280: Alle porte costì di Firenze è stati tolti a certi suoi fanti, che andavono a Piombino, certi arienti rotti da quelli di Dogana.
Esempio: Varch. Stor. 1, 430: Tutta la somma fussero trentamila fiorini, dando loro per assegnamento il camarlingo di Dogana.
Esempio: Legg. Band. C. 10, 345: Per rimmettere dette gabelle alla Dogana, a chi debitamente si aspettano.
Esempio: E Legg. Band. C. 10, 346: Possa dare il suo quarto, senz'altra notizia de' provveditori e maestri di Dogana.
Esempio: Magal. Lett. scient. 194: Guardate i libri delle vostre dogane, vedete quello che viene a entrata degl'incensi che spedite.
Esempio: Bott. Stor. Amer. 1, 114: Correvano alle case di Beniamino Hallovello ricevitore delle dogane.
Esempio: Capp. Econ. 406: Calcolavano il bel vivere e la felicità d'uno Stato dal numero delle balle che uscissero da' confini, come farebbe un commesso delle dogane.
Definiz: § II. Per estensione, prendesi talvolta per Emporio. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 9, 163: Grandissima piazza con belle e gran loggie intorno intorno, per commodo de' mercanti o servizio de' popoli infiniti che in quella città (di Venezia), la quale è la dogana d'Italia, anzi d'Europa, per lor mercanzie e traffichi concorrono.
Esempio: Magal. Notiz. Chin. 22: Incredibile è la quantità del danaro che mettono le tre città di Tancúa, Cantón e Nanquín, che sono le principali dogane del Regno.
Definiz: § III. Per similit., Casa abbondante e doviziosa di tutte le cose al vivere bisognevoli: oggi più comunemente Magona. –
Esempio: Fag. Comm. 5, 286: Oh ella non averà avuta questa fortuna; da me non è restato, che io non le l'abbia procurata. T. Oh in quanto a in casa mia, la poteva cercare, vete (vedete), ell'è una dogana.
Definiz: § IV. Figuratam., Dogana vale anche la Gabella stessa, Dazio, o simile, che pagasi alla dogana, per l'introduzione, o per l'estrazione, delle mercanzie. –
Esempio: Cic. Opusc. 537: Li nostri cittadini, i quali novellamente in torre via le dogane e gabelle de' porti d'Italia non si lagnavano tanto delle gravezze delle dogane, quanto d'alcune ingiurie, che facevano quegli che le aveano a riscuotere.
Esempio: Morell. Cron. 323: Noi ci arrecavamo a darli, oltre alle dogane e gabelle e passaggi, trentasei migliaia di fiorini.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 243: Approssimandosi il tempo di riscuotere la dogana delle pecore della Puglia, entrata delle più importanti del reame di Napoli.
Esempio: Serdon. Stor. Genov. volg. 101: Sbarcò le mercatanzie in terra, senza pagare la dogana.
Esempio: De Luc. Dott. volg. 2, 66: Chiamandosi.... da altri dogana; e quest'ultimo vocabolo in Italia è più frequentemente ricevuto ed usato, significando propriamente quel che si paga per l'introduzione di mercanzie nella città o nel porto, overo per l'estrazione delle medesime.
Esempio: Galian. Mon. 267: Se le gabelle scemano per lo minore consumo, crescono le dogane per la maggiore estrazione.
Definiz: § V. Dogana si disse Quell'accordo o lega che facevasi fra i mercanti e fra gli artieri, mediante il quale, tenendo essi in propria balía il prezzo delle cose, e impedendo agli altri di vendere e comprare liberamente, si procacciavano disonesti guadagni; Monopolio. Si chiamò anche Postura. –
Esempio: Ordinam. Giust. G. 15: Ancora ordinato e proveduto è, che tutte le promesse e condegne, posture e dogane, e patti e obligagioni e iuramenti, li quali fossono fatti da quinci a dietro, per alcuna Arte, overo alcune Arti, de la cittade di Firenze, overo per Sindachi, o Consoli, overo Reggitori, overo uomini di quelle Arti, overo d'alcuna di loro, con iscrittura, overo sanza scrittura, e le carte le quali di ciò fossono fatte, sieno casse e vane e di neuno valore.
Esempio: E Ordinam. Giust. G. appr.: Non ardiscano overo presumino di fare incominciare, overo adoperare, alcuni patti overo promesse, overo posture, overo dogane, overo iuramenti ec.
Esempio: Stat. Cap. Fir. 3, 3: Niuna arte, o vero università, o vero membro, o vero singulari uomini d'alcuna Arte de la città, contado o vero distretto di Firenze, possa, ardisca, o vero presumma, fare, o vero far fare, o vero fare servare, celatamente o vero palesemente, cospirazione alcuna, o vero raunamento, postura, patto, monopolio o vero dogana, di cose, o vero sopra cose, o vero fazioni, che pertengono all'arte sua o vero d'altri in niuno modo, che per certo modo e forma o vero prezzo debbano essere vendute o vero comperate, o vero in alcuno modo fare o vero contrarre si debbano, che liberamente non possa e sia licito a ciascuno comperare, vendere, e fare come vorrà e potrà.
Definiz: § VI. Dogana, nella maremma dogana Senese, si disse Quel terreno boschivo appartenente allo Stato, il quale concedevasi ai privati, mediante un canone, per uso di pascolarvi temporaneamente il bestiame: ed altresì la Concessione retribuita di tal terreno per l'uso suddetto, o Licenza data altrui, per un tempo e prezzo convenuti, di tenervi il bestiame a pastura: comunemente Fida. Quindi Fidare in dogana o a dogana, valeva Tenere il bestiame a pascolare nella dogana; e Rompere la dogana, o Entrare a dogana, significava Introdurvi il bestiame. –
Esempio: Legg. Band. C. 8, 119: Si provede che.... tutte quelle bandite dello Stato di Siena, che già solevano esser dogana e non bandite, si riduchino alla dogana (come già erano), e sieno di che sorte o qualità si vogliano;... e che tutte le bestie minute e grosse d'ogni sorte, che fideranno in detta dogana, debbino entrarvi.... a un tempo medesimo.
Esempio: E Legg. Band. C. 8, 140: Che il tempo dell'entrare il bestiame, solito entrare a romper la dogana alle Calle, sia il primo giorno di novembre ciascun anno.
Esempio: E Legg. Band. C. 8, 141: Sia lecito alli fidarj stare in detta dogana fino a tutto dì 20 di maggio ciascun anno; e si facci tempo, a chi lo domanderà, a pagar le fide tutto il mese di giugno, purchè ne dieno sicurtà idonea avanti levino le bestie di dogana.
Esempio: E Legg. Band. C. 9, 8: Quelli che fidavano i lor bestiami a dogana non osservavano d'entrare con detti loro bestiami a' debiti tempi;... ma.... intertenendosi lungo tempo avanti che potessero entrare a dogana, con molti pregiudizj di Comunità e di particolari persone, ec.
Definiz: § VII. Avere sale in dogana, o Non avere, sale in dogana, si disse proverbialmente per Avere, o Non avere, senno; Avere sale in zucca o Non avere sale in zucca, come oggi dicesi, sale in zucca. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 178: E ben si de' pensare Chi ha la mente sana, Ed ha sale in dogana, Che 'l fatto è smisurato.
Esempio: Bonich. Bind. Rim. B. 167: Chi vede per la cuffia molte lune Per poco sal, ch'ha nella sua dogana: S'egli è mezzan, l'opinïone è vana, Lassa le bianche cose per le brune.