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CASSO.
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CASSO.
Definiz: Sost. masc. La parte concava del corpo, circondata dalle costole, che comunemente dicesi Busto.
Dal lat. barbaro capsum, derivato da capsa. –
Esempio: Giamb. Vegez. 19: Perch'è bisogno che ciò che si ficca, passi il casso vitale.
Esempio: Dant. Inf. 12: Poi vidi genti che di fuor del rio Tenean la testa e ancor tutto il casso.
Esempio: E Dant. Inf. 20: Mirabilmente apparve esser travolto Ciascun dal mento al principio del casso.
Esempio: E Dant. Inf. 25: Le coscie colle gambe, il ventre e il casso Divenner membra che non fur mai viste.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 340: È chiamato casso, perchè quella parte è vota nel corpo umano e contiene li membri vitali, sì che significa ch'erano nella fossa infino al pettignone.
Esempio: Burch. Son. 2, 4: Sed egli è cieco, come fa gl'inganni? Sed egli è nudo, chi gli scalda il casso?
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 102: Parleremo del modo del colorire un uomo morto, cioè il viso, il casso, e dove in ciascun luogo mostrasse lo ignudo.
Definiz: § I. È poeticam. usato per Petto, in quanto è la sede dei polmoni. –
Esempio: Dant. Purg. 24: E come l'uom che di trottare è lasso, Lascia andar li compagni e sì passeggia Fin che si sfoghi l'affollar del casso, Sì lasciò ec.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 578: Fin che si sfoga l'affollar, cioè lo battere e l'ansiare del polmone, del casso, cioè del luogo voito (vuoto) del corpo umano, dove sono le intestina.
Definiz: § II. Casso della lorica, trovasi detto di Quella parte della lorica che copre il casso. –
Esempio: Salvin. Iliad. 484: Ruppe della lorica il casso, e il rame Lacerò l'intestina.