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1) Dizion. 5° Ed. .
LISCIARE
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LISCIARE.
Definiz: Att. Fare, Rendere, liscio, andantemente pari, levigato, e simili. –
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 126, 2: Vale a più usi (la pomice), e particolarmente a' pittori per lisciare e pianare le tele e tavole mesticate da potervi dipignere.
Esempio: Borgh. S. Tertull. 184: Sa pure l'intonacatore risarcire le case e intonacarle, lisciare le cisterne, pareggiare le disuguaglianze delle muraglie.
Definiz: § I. E per Stropicciare, Palpare, e propriamente accarezzando. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 450: Si dimestichino (i buoi), toccandogli spesso e lisciandogli e appianandogli con le mani.
Esempio: Ovid. Art. Am. 40 t.: Tu solevi lisciare il vitello, il quale, ora ch'è fatto toro, tu temi.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 178: Ma quella lisciava lo discorrevole collo del crestuto serpente.
Esempio: Bocc. Ninf. Fiesol. 7, 6: Cominciava con lui, e a fargli festa, E con le man gli lisciava la testa.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 103: Aquila.... che stia sopra un nudo sasso al sole, Dove le spoglie d'oro abbella e liscia.
Esempio: Beniv. Eglogh. 96 t.: Già liscia i velli al suo candido petto, Già l'erba con le bianche man gli porge, Già tutto il tocca senza alcun sospetto.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 85: Marco Papirio,... percotendo con una bacchetta d'avorio.... il capo a un Gallo, che con mano lisciandola li toccò la barba,... lo commosse ad ira.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 290: Con lisciarle vann'oltre anco le bestie; Ristan su quattro piè quand'io le vesso.
Definiz: § II. Figuratam., vale Accarezzare, Adulare, Lusingare, Piaggiare. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. S.: Il predicatore adunque debbe tagliare e 'ncendere le peccata, e non palpare e lisciare.
Esempio: Cavalc. Pungil. 177: In faccia il liscia e loda, e poi dirietro ne fa beffe.
Esempio: Car. Lett. ined. 2, 132: Si fa giudicio ancora che farebbe il medesimo contra i Franzesi, se potesse, e che non sia bene di lisciarlo.
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 563: Dar la soia, ai dice ancora per piaggiare, adulare, lisciare, una persona.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 6, 7: Aspra più delle nespole non tenere, Dura più d'un villan, quando è lisciato.
Esempio: Giust. Vers. 144: Queste la pigiano (la sposa), La tiran via; Quell'altre lisciano Con ironia.
Definiz: § III. Per Adornare coti liscio, Imbellettare, e, in più largo senso, Abbellire, Acconciare con arte, e simili. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 166: O quanto s'azzimòe! come ragguardò dintorno a' suoi vestiri, e lisciossi il volto, e meritòe di parere bella!
Esempio: Caran. Eustaz. 40: Si sarebbe (il pittore) recato a vergogna aver lisciato il viso d'una pulcella tale.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 54: Parevagli d'avere indosso il manto della sua donna, e che ella tenendolo in braccio lo lisciasse come se fusse donna, dipignendogli ed imbiaccando la testa.
Esempio: Fag. Rim. 3, 295: Invan da molte, a farsi belle istrutte, Si liscia il volto, il crin s'orna e inanella.
Definiz: § IV. Figuratam. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 120: Orni altresì le parole e liscile; forse che credi piegare, come si piegano talotta l'altre persone per belle parole lisciate? Non si piega Iddio per lisciamento di parole, no.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 145: Quanto alle tre (canzoni) sorelle; quando mi comparvero innanzi con la ricerca che la lettera mi faceva che io le lisciassi, vi prometto ch'io feci loro un mal piglio.
Definiz: § V. Neutr. pass. lisciarsi Far liscia, pulita, linda, qualche parte della persona; ed altresì, detto di animali, Leccarsi, Strofinarsi colla lingua qualche parte del corpo. –
Esempio: Dant. Purg. 8: Tra l'erba e i fior venia la mala striscia, Volgendo ad or ad or la testa, e il dosso Leccando come bestia che si liscia.
Esempio: Bocc. Laber. 212: Le dita colla lingua bagnatesi, a guisa che fa la gatta, or qua or là si lisciava.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 185: Come bestia che si liscia; e cioè come fa la bestia quando si pulisce il dosso con la lingua.
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 38: Un gran drappel di biscie, Che dopo il verno al sol si goda e liscie.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 71: Qual serpe fier che in nove spoglie avvolto D'oro fiammeggi e 'n contra il sol si lisce.
Definiz: § VI. Vale altresì Darsi il liscio, il belletto, sulla faccia, e, in più largo senso, Adornarsi, Abbellirsi, Ansimarsi, Raffazzonarsi. –
Esempio: Vill. G. 275: Sì richiesono di battaglia i Fiorentini, non temendo perchè i Fiorentini fossero due tanti cavalieri che loro, ma dispregiandoli dicendo che si lisciavano come donne e pettinavansi le zazzere, ec.
Esempio: Barber. Regg. Donn. 229: Ma dove ch'ella vedova rimanga, Non studi in lisciare; ch'ell'à perduta La scusa ch'aver sogliono le donne, ec.
Esempio: Ar. Sat. 1, 176: Fuor che lisciarsi, un ornamento manco D'altra ugual gentildonna ella non abbia.
Esempio: Mattiol. Disc. 2, 1206: Le donne, che si dilettano di lisciarsi, macerano i fiori [del verbasco] nel vino bianco, insieme con radici di frassinella, e dipoi ne fanno acqua per lambicco, e lavansene il viso la mattina.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 408: Landò. Andate a lisciarvi, e io trattanto Farò mettere in ordine che voi La possiate impalmar.
Esempio: Tass. Lett. 2, 429: Forse perderebbono quella bellezza ch'è propria de le lettere, s'io cercassi di farle più belle; in quella guisa ch'alcune donne la sogliono perdere per troppo lisciarsi.
Esempio: Ammir. Stor. 1, 177: I Fiorentini mettevano più tempo a lisciarsi a guisa che fanno le donne, e a pettinarsi le zazzere, che a pulir l'arme.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 25: Benchè 'l lisciarmi non sia mia costume, Chè l'ho per una cosa e lorda e brutta, E mal la so soffrire in gentildonna ec.
Definiz: § VII. Figuratam., vale Lodarsi, Adularsi, e simili. –
Esempio: Segner. Mann. giugn. 5, 2: Mezzo combatti e mezzo sei combattuto. Ti compatisci, ti lusinghi, ti lisci, ti porti amore; e nell'atto stesso di ripugnare ai tuoi vizj che ti assaliscono, gli difendi con mille scuse.
Definiz: § VIII. Lisciare altrui il pelo. –
V. Pelo.
Definiz: § IX. Lisciare altrui la coda. –
V. Coda, § XLVIII.
Definiz: § X. Lisciare la coda al diavolo o alla volpe. –
V. Coda, § XLIX.