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Dizion. 5° Ed. .
GHIOTTO.
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pag.186
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GHIOTTO. Definiz: | Add. Che ha il vizio della gola, Avido di vivande e bevande delicate. |
Dal lat. gluto, che anche scrivesi glutto; e glutire, pur nel latino, vale Inghiottire. – Esempio: | S. Bern. Pist. 11: Chi è fatto ghiotto, appena altrimenti che per morte muterà costume. | Esempio: | Lipp. Malm. 6, 72: Colui, ch'ha il viso pesto, e il capo rotto Da quei due spirti in feminili spoglie, Uom vile fa, ma biscaiuolo e ghiotto. | Esempio: | Red. Lett. 1, 129: Spero che il mondo fra molti anni abbia a credere che io sia stato un bevitore di vino così solenne e ghiotto, che abbia potuto competere co' Lanzi più ingordi. | Esempio: | Magal. Lett. fam. 254: Io poi, che sebben non son ghiotto, mi piace in ogni modo il raffinare, vorrei fare un'esperienza. |
Definiz: | § I. Figuratam. per Bramoso, Desideroso, Avido. – | Esempio: | Dant. Purg. 8: Gli occhi miei ghiotti andavan pure al cielo. |
Definiz: | § II. Ghiotto di checchessia, dicesi per Avido, Bramoso, di quello. – |
Definiz: | § III. E figuratam. – | Esempio: | Dant. Purg. 17: Ed è chi per ingiuria par ch'adonti Sì, che si fa della vendetta ghiotto. | Esempio: | E Dant. Purg. 20: Noi ripetiam Pigmalione allotta, Cui traditore e ladro e patricida, Fece la voglia sua dell'oro ghiotta. | Esempio: | E Dant. Parad. 11: Ma il suo peculio di nuova vivanda È fatto ghiotto sì, ch'esser non puote Che per diversi salti non si spanda. | Esempio: | Panciat. Scritt. var. 15: Dicendo Catone, non so s'egli voglia dire di quello che non faceva altro che leggere, ed era più ghiotto de' libri, che non eri poc'anzi voi de' beccafichi; onde si chiamava il pappone de' libri. | Esempio: | Fag. Rim. 3, 154: Temistocle.... D'imparar a scordarsi ognor fu ghiotto. |
Definiz: | § IV. Detto di cibo, bevanda, e simili, vale Molto gustoso, Molto gradito al gusto, Appetitoso. – | Esempio: | Bocc. Laber. 74: Donando,... spendendo in cose ghiotte e in lisci. | Esempio: | Lipp. Malm. 1, 53: Al che tra molti commodi s'arroge Quel ber del vin ch'è troppo cosa ghiotta. |
Definiz: | § V. Figuratam., detto di qualsivoglia cosa, per Che desta il desiderio di possederla, Che ne fa venir voglia, Desiderabile. – | Esempio: | Bern. Rim. burl. V. 141: Son forte vaghe e ghiotte Le maniche in un modo strano sfesse: Volser esser dogal, poi fur brachesse. | Esempio: | Firenz. Comm. 1, 337: Infine costei ha un certo non so che di ghiotto, ch'i' non mi posso saziare di guardarla. | Esempio: | Buonarr. Fier. 3, 4, 11: L'argento e l'or sono una cosa ghiotta. |
Definiz: | § VI. Ghiotto, in forza di Sost., vale Persona avida di cibi squisiti, prelibati. – | Esempio: | S. Antonin. Lett. 85: Più ama il ghiotto di mangiare capponi, starne, fagiani, che pesce, uova, cacio o cipolle. | Esempio: | Lipp. Malm. 5, 63: Vedendo quivi comparir repente L'insolite armi, sbigottisce il ghiotto. | Esempio: | Bellin. Bucch. 104: Si registra [la sentenza] ne' dì di conferenza, Coll'intervento de' più ghiotti ghiotti, De' quali è patriarca il Magalotti. | Esempio: | Not. Malm. 2, 504: Ghiotto. Uomo, a cui piace mangiar del buono. | Esempio: | Magal. Lett. fam. 1, 253: Non si potrebbe egli sperare un cestino di brume fresche.... per farne il saggio, e spedirne subito corrieri colle relazioni a tutti i ghiotti d'Europa? | Esempio: | Giust. Vers. 29: Ecco la satira Chiara e lampante D'un pranzo funebre Detto elegante, Ove si cozzano Piatti e bicchieri In un mortorio Di ghiotti seri. |
Definiz: | § VII. Si usò per Uomo tristo, o comecchessia dispregevole, Briccone, Furfante. – | Esempio: | Machiav. Comm. 148: Ogni uomo ora ci biasimerà, Veggendo che noi la diamo a un ghiotto senza cervello, che non sa far altro che uno poco radere, che non ne viverebbe una mosca. | Esempio: | Cecch. Comm. ined. 89: Eh! ghiotto, ghiotto, Che venga il morbo a te e le tue girandole! |
Definiz: | § VIII. Pure in forza di Sost., per Ciò che solletica il gusto, Ciò che è appetitoso; anche figuratam. – | Esempio: | Firenz. Pros. 1, 274: Si vedrà una.... che potrà essere meritamente giudicata bella da ognuno; nondimeno non averà un certo ghiotto, come è la sorella di mona Ancilla. |
Definiz: | § IX. Essere due ghiotti a un tagliere, dicesi proverbialmente e figuratam., per Appetire e desiderare la medesima cosa. – | Esempio: | Burch. Son. 1, 46: Quando due ghiotti sono a un tagliere, Tu vedrai sempre, ec. | Esempio: | Cecch. Comm. ined. 1, 453: Inganno ci sta sotto: fa' tuo conto, Noi saremo due ghiotti a un tagliere. |
Definiz: | § X. Non star bene due ghiotti a un tagliere, o Non potere stare, due ghiotti a un tagliere, vale figuratam. Non potersi trovare d'accordo coloro che appetiscono e desiderano la medesima cosa. – | Esempio: | Bern. Orl. 25, 61: Ch'ad un taglier non pon due ghiotti stare. | Esempio: | Cecch. Samar. 2, 5: O non sai tu ch'egli A proverbio antico, Che non stan bene due ghiotti a un tagliere? |
Definiz: | § XI. Una ne pensa il ghiotto e l'altra il tavernaio; ovvero Un conto fa il ghiotto e un altro il taverniere; sono proverbj che valgono: Non potere alcuno determinare da per sè quello a che dee concorrere la volontà altrui. – | Esempio: | Gio. Fior. Pecor. 1, 92: Per certo io ho giunta costei; sì ch'e' ne pensa una il ghiotto, e un'altra il tavernaio. | Esempio: | Machiav. Comm. 159: Una ne pensa il ghiotto, e l'altra il tavernaio. | Esempio: | Bern. Orl. 55, 29: Io farò quel proverbio ancor più aperto, Ch'un pensa il ghiotto, e l'altro il tavernaro. | Esempio: | Varch. Stor. 3, 204: Ma come dicono i volgari con quel proverbio plebeo: un conto faceva il ghiotto, e un altro il taverniere. |
Definiz: | § XII. Saperne più il taverniere che il ghiotto, vale proverbialmente Esser alcuno più furbo, più scaltro, più accorto, di un altro che sia, o si reputi, molto tristo. |
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