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1) Dizion. 5° Ed. .
MUDA
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MUDA.
Definiz: Sost. femm. Il mudare, ossia Il rinnovare o mutare le penne che fanno gli uccelli in certe stagioni.
Anche nel provenz. muda, nello spagn. muda e nel portogh., muda. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 75: Li grandi uccelli rapaci sono migliori, perciò che non hanno nullo disdegno di prendere, anzi desiderano sempre la preda, e più l'un dì che l'altro; in tal maniera che alcune fiate prendono mal vizio, ma nella muda lo lasciano e megliorano le penne.
Esempio: E Giamb. Lat. Tes. appr.: Gli occhi sieno in fuori e grossi, e ben per ragion coloriti dirittamente, chè ciò è segno ch'el sia figliuolo d'astore che abbia più di tre mude.
Definiz: § I. Onde Uccello di muda, vale Uccello che ha mutato penne di fresco. –
Esempio: Nov. ant. C. 87: E poneasi un sparviere di muda in su un'asta.
Definiz: § II. E per Il luogo, o Chiusa, ove si tengono gli uccelli a mutare le penne. –
Esempio: Tratt. Falcon. 25: Poni nella muda una asse ampia, e ponvi suso dell'arena del fiume.
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. R. 50: L'aguglia, ch'era sì pelata e gnuda, Tolsila (è Roma che parla) al Greco, ed a costui la diedi (a Carlo Magno), Che la guardasse e governasse in muda (qui in locuz. figur.).
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 830: Muda è luogo chiuso ove si tengono li uccelli a mudare.
Definiz: § III. Per similit. e poeticam., Luogo oscuro, a uso di prigione. –
Esempio: Dant. Inf. 33: Breve pertugio dentro dalla muda, La qual per me ha il titol della fame..., M'avea mostrato, ec.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 830: Muda chiama l'autore quella torre, o forse perchè così era chiamata perchè vi si tenessono l'aquile del Comune a mudare, o per transunzione che vi fu rinchiuso il conte e li figliuoli, come li uccelli nella muda.