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1) Dizion. 5° Ed. .
MINISTRA
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pag.293



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Esempio: Rucell. G. Orest. 118: O miseranda donna, Ministra al tempio d'un crudel tiranno.
2) Dizion. 5° Ed. .
LIMINE
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pag.365



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Esempio: Rucell. G. Orest. 159: Entriam là, d'onde Si scende al basso limine infernale.
3) Dizion. 5° Ed. .
ARMIPOTENTE.
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pag.694



1) id: c3e7721961bd41688d91d7a7248c3550)
Esempio: Rucell. G. Orest. 129: L'armipotente alunno del bimembre Chiron, che tanto nel nutrirlo intese.
4) Dizion. 5° Ed. .
DISPOGLIARE.
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pag.630



1) id: 0f7d3ebf0f11400f8f25271606d6ca2c)
Esempio: Rucell. G. Orest. 165: E s'io.... dispogliato fussi, E toltami la lettera in cammino?
5) Dizion. 5° Ed. .
G,
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pag.1



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Definiz: § II. G sol re ut, è lo stesso che Gisolreutte. –


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Esempio: Salv. Avvert. 1, 282: Il c e 'l g da certi popoli non si posson pronunziare.


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Esempio: Bemb. Pros. 69: Alquanto spesso e pieno suono appresso rende la F: spesso medesimamente e pieno, ma più pronto, il G.


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Definiz: § I. La lettera G nel diagramma musicale antico indicava il Sol in quarto spazio della chiave di basso, se era maiuscola; se era minuscola, indicava il Sol in seconda riga della chiave di violino; la g minuscola raddoppiata indicava il Sol sopra le righe. –


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Esempio: Cavalcant. B. Retor. 263: Sono dolci comunemente quelle parole le quali hanno assai vocali, e dell'altre lettere il g, il c, lo l, lo f, lo m fanno dolcezza, tali sono amore, giovare;...... e di queste fa dolcezza qualcuna innanzi all'altra, come lo l innanzi al c in questa parola dolce, dinanzi al g, come involge; il g innanzi allo l, voglia, scoglio, e simili. Aspre certamente sono quelle nelle quali è lo r.... innanzi al g e doppo, come gorgo, agro.... Lo s ancora fa il suono insuave ed aspro dinanzi al t, nel principio della parola, innanzi al c, al g, al p, al q, al t, allo f, allo m, come in questa parola storpio, scoglio, sgraziato, sfogo.


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Esempio: Don. Tratt. Enarm. 336: Il D senza punto fa quarta, e quinta con G sol re ut, e terza minore e sesta maggiore con.... mi.


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Esempio: E Salv. Avvert. appr.: E quando pure sforzar si vogliono o da vero o per gabbo, il c e 'l g in suono vicino a quel della s e del c, o quel della s e del g, mal lor grado son trasportati; scipolla, fansciullo, mansgiare, e sgiusgiola, che è quasi natio a' Franceschi.


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Esempio: Don. Tratt. Enarm. 331: I tasti neri dell'armonia ipolidia sono accordati come ne' cembali comuni, salvo che tra G ed A qui c'è l'a la mi re col b molle.


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Esempio: Papin. Lez. Burch. 73: Osservate attentamente come il nostro Burchiello, in grazia della venerabile antichità, dice Gaio, come lo dicevano gli antichi, i quali avevano maggior piacere della G, che della C.


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Esempio: E Don. Tratt. Enarm. appr.: Nella fronte del tasto B ipolidio,..... si può notare col rosso il C lidio, al quale corrisponde detta voce; nel G il D, e così l'altre di mano in mano.


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Esempio: E Don. Comp. Music. 30: Mi par anco molto a proposito di due sistemi segnare l'uno col nero.... e l'altro col rosso: il che riuscirà molto commodo per notare quelle voci metaboliche che cadono in amendue tra il G e l'A, e tra il D e l'E.


13) id: 92147034832046418dd0aa3d12f9db88)
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 31: Il G corre la medesima sorte del C, e segna due suoni, l'uno muto, ottuso e rotondo, come in garbo, gostanza, gusto e grotta; l'altro chiaro, acuto e sonante, come in gente, generoso, ginepro. Ma acciocchè e' suoni ottuso, se gli aggiugne l'H, scrivendo gheppio, gherone, ghianda, ghiotto, ghirlanda: e se dee sonar chiaro, si contrassegna con I; già, giallo, giogo, e giusto.


14) id: ed5be8cbc8614d75ac0392a942d0593a)
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Lament. 188: Mutata la R in L si fece facilmente lifriggerio. Ma perchè la difficoltà potrebbe piuttosto battere sopra quei due GG, dico che, quand'anche non si fossero trovati esempj, ognuno però poteva restar persuaso, che questa voce era secondo il gusto de' nostri vecchi, riflettendo che essi sovente raddoppiavano il G nelle voci, come si vede in reggia, brivileggio, Cartaggine, rifuggio, ec., e molto più nella voce fugga per fuga usata dal Boccaccio.


15) id: 6a97b289348d47d1bb752f3c32f7f7a5)
Definiz: lettera palatina, la settima dell'alfabeto e la quinta delle consonanti, che i grammatici dicono mute. Pronunziasi Gi, e si fa di gen. masc., e anche femm. Per l'affinità del suono il G si sostituisce in molte voci al C e alla Z, dicendosi Gastigare e Castigare, Luogo e Loco, Lagrima e Lacrima, Servigio e Servizio, Palagio e Palazzo. Innanzi alle vocali A, O, U, ha suono più muto e più rotondo, come in Gala, Gora, Gusto: innanzi alle vocali E ed I si manda fuori più ammollita, come in Gelido, Giro; ma per darle il suono che ha colle altre tre vocali, le poniamo l'H dopo, come in Ghermire, Ghiaccio; in quel modo che per darle il suono ammollito avanti all'A, E, U, si pone tra essa e queste vocali un I, scrivendo Giacere, Giogo, Giubba. Si assimila alla lettera M, come in Domma, Flemma; e talora, nel mezzo della parola, davanti a vocale sparisce, come in Reale per Regale, in Sciaurato per Sciagurato, in Reina per Regina. Talvolta si cangia in V, come Fragola in Fravola. Seguita dalle vocali ia colle quali formi sillaba, talora si cambia popolarmente in D; come ad es., Ghiaccio in Diaccio, Giacere in Diacere, Giacinto in Diacinto. Non si pone il G avanti ad altre consonanti che alla L, alla N, alla R, nella stessa sillaba, e perde alquanto del suo suono, come in Gloria, Ignavia, Grazia. Ammette avanti di sè nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, la L, N, R, come Volgere, Fango, Argine. La S le va avanti nel principio della parola o della sillaba, come in Sgabello, Sgherro, Sgorbio, Sgualdrina. Ng, dinanzi ad E ed I, o si conserva, o per metatesi diventa Gn, come Ungere e Ugnere, Angiolo e Agnolo, Piangere e Piagnere. –
6) Dizion. 5° Ed. .
ESULCERARE.
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pag.409



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Esempio: Rucell. G. Orest. 138: Ohimè! deh non cercate di saperlo, Esulcerando ognor dolor più grave.
7) Dizion. 5° Ed. .
INOSPITE e INOSPITO.
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pag.884



1) id: 0c7ed9888c2a4f7490d0291118828cb4)
Esempio: Rucell. G. Orest. 51: Ma che strida son quelle? Nuova preda All'inospita riva fatta avranno.
8) Dizion. 5° Ed. .
INTERCEDERE.
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pag.1023



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Esempio: Rucell. G. Orest. 84: Ite, Madonna, tosto, E intercedete solo Un altra vesta a noi.
9) Dizion. 5° Ed. .
DIVINATORE.
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pag.764



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Esempio: Rucell. G. Orest. 137: Perchè Calcante il disse, il crudel vate, Divinator di quel che volse Ulisse.
10) Dizion. 5° Ed. .
ISTRUITO e INSTRUITO, e, con forma simile o prossima alla latina, e oggi più che altro poetica, ISTRUTTO e INSTRUTTO.
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pag.1286



1) id: e8ef1d5980ab48b980d2e6a8dad28cff)
Esempio: Rucell. G. Orest. 49: Non si disciorrian mai da i crudi liti Le instrutte navi e le natanti selve.
11) Dizion. 5° Ed. .
INVETRIARE e INVETRARE.
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pag.1180



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Esempio: Rucell. G. Orest. 102: L'orrido stridor de' freddi fiati Indura invetriando le pigre acque, Che versa la Meotide palude.
12) Dizion. 5° Ed. .
ABBENCHÈ
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pag.30



1) id: 1b893004e5294028a2e7566c9dd8f400)
Esempio: Alf. Orest. 2, 269: Alfin vendetta Piena, o Tieste, abbenchè tarda, avemmo.
13) Dizion. 5° Ed. .
ARMAMENTO.
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pag.686



1) id: 1be2a116c5a0424f822aa6171e144f0d)
Esempio: Rucell. G. Orest. 169: E le navi che son pe' liti e golfi Gli do co' suoi armamenti e cogli schiavi.
14) Dizion. 5° Ed. .
ALMO.
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pag.392



1) id: 47b303727c774774ae22ca7174e75afe)
Esempio: Rucell. G. Orest.: Dov'è quell'almo generoso e franco, Da' teneri anni fino a questa etate Nutrito in mezzo a' marzïal perigli?
15) Dizion. 5° Ed. .
FUNERALE.
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pag.607



1) id: da913a0aa56e4c59be327bab2206dc40)
Esempio: Rucell. G. Orest. 184: E con voce tremante e spaventosa, Che appena potea dalla sua lingua Cotai parole funerali e triste, ec.
16) Dizion. 5° Ed. .
DISMEMBRARE.
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pag.581



1) id: 4f2698c0b9ce4265842988fba782e702)
Esempio: Rucell. G. Orest. 182: E veder, dismembrando a pezzo a pezzo, Dilanïar con le rabbiose zanne E lacerarli con li acuti ugnoni.


2) id: f59b14d97df447d6bfb0b16d85e75bb5)
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 253: Se po' 'l tempo ingiurioso aspro e villano La romp'o storce (l'opera della scultura), o del tutto dismembra; La beltà, che prim'era, si rimembra.
17) Dizion. 5° Ed. .
DILANIARE.
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pag.325



1) id: 5fb891670a5e413dbd0599622729583f)
Esempio: Rucell. G. Orest. 182: E veder, dismembrando a pezzo a pezzo Dilaniar con le rabbiose zanne E lacerarli con li acuti ugnoni.
18) Dizion. 5° Ed. .
IMPENNELLARE.
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pag.198



1) id: 265fc3d1b07d4eaebee5156e8d844524)


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19) Dizion. 5° Ed. .
ARAGNA e ARAGNE
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pag.642



1) id: 9a5135e748bc4b01bdb16b11a506e1a1)
Esempio: Rucell. G. Orest. 99: Poi volendo indi dar le vele al vento, Nè potendo, per ciò che un fil d'aragne Non si movea per l'aria.


2) id: c107795685b147ff8472e3243889941e)
Esempio: E Rucell. G. Ap. 768: Fa' poi che tu avvertisca al calabrone,.... Ed a l'aragne, odiata da Minerva, Che tende i lacci suoi sopra le porte.
20) Dizion. 5° Ed. .
CIMARE.
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pag.33



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Esempio: Rucell. G. Orest. 148: Ella con le sue mani Dalle pallide guance L'aureo e crespo vello Leggiermente cimando, Prende dalla tremante Testa le bionde chiome.