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1) Dizion. 5° Ed. .
LACRIMALE e LAGRIMALE.
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LACRIMALE e LAGRIMALE.
Definiz: Add. Che serve a formare, o a portare le lacrime, Da cui vengon fuori, sgorgano, le lacrime; ed è aggiunto di glandula lacrimale, vena lacrimale, canale lacrimale, e simile. –
Esempio: Benciv. Mes. 149: Trarre sangue se paresse..., e propriamente della vena del capo; e doppo questo, se la disposizione il richiede, delle vene lacrimali.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 79, 1: Lacrimatoio.... Voce usata da' pittori e scultori a quella sostanza rosseggiante e incavata, che è nell'angolo interno dell'occhio, detta dagli anatomisti propriamente caruncula lacrimale, perchè da essa restano espresse le lacrime, e tramandate per i punti lacrimali incavati in ambedue le palpebre, superiore e inferiore, verso i confini del medesimo angolo.
Esempio: Cocch. Bagn. Pis. 189: Tali sono quei (mali esterni degli occhi) che ingrossano e indurano le piccole glandole sebacee delle palpebre..., e quei che trattengono gli umori nella conglomerata glandula lacrimale.
Definiz: § I. E aggiunto di fistola lacrimale, vale Che si produce, si forma, nel sacco, o anche nel canale, lacrimale. –
Esempio: Benciv. Mes. 148 t.: Si fanno cauterj, o medicine acute, alle fistole lacrimali.
Esempio: Mattiol. Disc. 2, 1266: Ma parlando qui dell'egilopa, la lodò per le fistole lagrimali e per risolvere le durezze.
Definiz: § II. In forza di Sost. masc. Si usò a denotare Quella parte dell'occhio dalla quale escono le lacrime. –
Esempio: Benciv. Mes. 146 t.: Se non fusse possibile la eradicazione sua con medicine, pigliala collo uncino..., e poi la taglia allato al lacrimale dell'occhio.
Esempio: E Benciv. Ras.: Quando il cauto del lagrimale dell'occhio resuda, e quando si prieme, se n'esce putredine e fracidume, sì s'intende ch'egli v'abbia fistola.