Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
ANNOIARE.
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ANNOIARE.
Definiz: Att. Apportar noia, Cagionare fastidio, Noiare. –
Esempio: Varch. Ercol. 350: Il quale mescolamento, se è ben temperato e unito, piace e diletta; se male, dispiace ed annoia.
Esempio: Tass. Lett. 2, 61: Lo squallore de la barba e de le chiome e de gli abiti, e la sordidezza e 'l sudiciume fieramente m'annoiano.
Definiz: § I. E per Recare dispiacere, Affliggere, Addolorare. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 193: Ed ora il morir mio che sì t'annoia, Ti farebbe allegrar.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. 28: Amor mi sprona e stringe, Nè so qual doglia più m'affligga e annoi.
Esempio: E Buonarr. M. V. Rim. 54: E m'annoia e tormenta, Nell'ultim'ore e corte, Infinito piacere in breve spazio.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 80: E ben negli atti disdegnosi apriro, Quanto ciascun quella proposta annoi.
Definiz: § II. E per Danneggiare, Offendere. –
Esempio: Soder. Coltiv. 47: Radasi via con ferro il musco che si trova nel pedale che annoia le viti, e le abbruttisce.
Definiz: § III. Trovasi anche per Avere a noia, Recarsi a fastidio. –
Esempio: Pataff. 7: I camuffati e li bugiardi annoio.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 241: Altri [autori] dicono, che le radici annoiano il letame, e solo amano la paglia (qui figuratam.).
Definiz: § IV. Neutr. pass. annoiarsi Sentir noia, Tediarsi, Infastidirsi. –
Esempio: Plut. Vit. 4: E una volta s'annoiò, e disse Focione: o Gavria, Gavria, gran grazia ti faccio, che io ho pazienza della incorrigibilità del tuo figliuolo.
Definiz: § V. E Neutr. Noiare ad alcuno, vale Riuscirgli molesto. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 124: Non so a ch'effetto L'uom si metta a periglio, e si tormenti Per riportarne una vittoria poi, Che giovi al vinto, e al vincitore annoi.
Definiz: § VI. Essere annoiato di una cosa, vale Esser preso dalla noia per cagione di quella. –
Esempio: Senec. Pist. 211: Io udi' un gran grido di coloro che vedeano il giuoco, e che tosto ne sono annoiati.