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1) Dizion. 5° Ed. .
DUNQUE.
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DUNQUE.
Definiz: Particella congiuntiva, che inferisce conseguenza e conclusione; ed è aferesi di Adunque. ‒
Esempio: Dant. Conv. 201: È da sapere che più ampii sono li termini dello 'ngegno a pensare, che a parlare, e più ampii a parlare, che ad accennare. Dunque se 'l pensiero nostro, non solamente quello che a perfetto intelletto non viene, ma eziandio quello che a perfetto intelletto si termina, è vincente del parlare, non semo noi da biasimare, perocchè non semo di ciò fattori.
Esempio: Cat. Cost. volg. 27: Se Dominedio è animo a noi,... dunque lui adora ed onora sopra tutte l'altre cose con pura mente.
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 1, 409: Concludo dunque insomma, che, poichè l'anima nostra ec.
Esempio: Machiav. Comm. 198: Duolvi nulla? A. No, no. M. Avete la febbre? A. Intronata! tu lo sai bene. M. Che cosa? A. Colei che m'ha morto. M. Dunque, sendo morto, non vi può giovare cosa alcuna.
Esempio: Galil. Op. astronom. 1, 209: E perchè tal rovina e sbalestramento non si può fare di edifizj e di animali, che prima non sieno in terra, nè in terra possono collocarsi uomini e fabbricarsi edifizj, se non quando ella stesse ferma; di qui dunque è manifesto, che ec.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 52: Or tu non hai a smuovere il cielo, ed ecco che ti trovi in quel luogo che è fuor della terra. Dunque, se tu non sei da meno di quell'antico, non dee mancare che tu non la possa muovere, voglia essa o non voglia.
Esempio: Capp. Econ. 336: Della società fondamento le proprietà, effetto primo di queste comprare e vendere; dunque, divisi gli uomini in compratori e venditori, è necessario che questi scapitino allorchè quelli guadagnano.
Esempio: E Capp. Econ. 371: Le cause della povertà nostra son dunque speciali a noi, ec.
Definiz: § I. Inferisce altresì la ragione o cagione del far checchessia; e vale Perciò, Pertanto, e simili. ‒
Esempio: Dant. Purg. 1: Ma se donna del ciel ti move e regge Come tu di', non c'è mestier lusinga: Bastiti ben, che per lei mi richegge. Va' dunque, e fa' che tu costui ricinga D'un giunco schietto.
Esempio: E Dant. Purg. 3: Non senza virtù che dal ciel vegna Cerca di soverchiar questa parete. Così il Maestro. E quella gente degna: Tornate, disse, intrate innanzi dunque, Co' dossi delle man facendo insegna.
Esempio: Petr. Rim. 2, 239: Cercate dunque fonte più tranquillo; Chè 'l mio d'ogni liquor sostiene inopia, Salvo di quel che, ec.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 32: Madonna, egli s'è rivestito, ed è un bello uomo, e par persona molto da bene e costumato. Va' dunque, disse la donna, e chiamalo.
Esempio: Poliz. Rim. C. 108: Che tu mai la sua faccia non veggi, Fin che tra' vivi pervenuta sia. Dunque il tuo gran desire, Orfeo, correggi; Se non, che tolta subito ti fia.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 104: Per mezzo i boschi, e per strano sentiero, Dunque ella se n'andò.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 276: Fatto, dunque, venire da Roma Giorgio Vasari,... gli diede commissione, ec.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 66: Preparatevi dunque ed al vïaggio, Ed alla pugna, e alla vittoria ancora.
Esempio: Giust. Vers. 5: Donque s'intuoni agli asini alleluia, Gloria ed osanna.
Definiz: § II. E con gli stessi ufficj logici, usasi pure in proposizione interrogativa; e si adopera, familiarmente, anche in modo ellittico. ‒
Esempio: Dant. Purg. 6: Sarebbe dunque loro speme vana?
Esempio: E Dant. Conv. 386: Potrebbe qui dire alcuno medico o legista: Dunque porterò io il mio consiglio, e darollo eziandio che non mi sia chiesto, e della mia arte non arò frutto?
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 97: Che faria dunque con la morte mia?
Esempio: Red. Cons. 1, 213: Che si ha dunque presentemente ad operare per servizio di questa buona signora? Il mio consiglio sarebbe, che ec.
Esempio: Fag. Comm. 3, 407: Virtù non vince ove trionfa Amore. L. Dunque gli amanti, servendosi della libertà sola d'amare a lor capriccio, non sono a legge alcuna soggetti?
Definiz: § III. Si usa pure in proposizioni interrogative esprimenti dolore, rammarico, sdegno, maraviglia, rimprovero, e simili. ‒
Esempio: Dant. Inf. 2: Dunque che è? Perchè, perchè ristai?
Esempio: Pass. G. Cr. 97: Figliuol Iesù, dunque son vedova io, Figliuol, ch'avie di te tanta letizia?
Esempio: Tass. Gerus. 1, 16: Perchè dunque trapor dimora alcuna A liberar Gerusalem soggetta?
Esempio: E Tass. Gerus. 5, 90: Voi, che l'arme di Persia e i greci inganni,.... Della fame i disagj e della sete, Superaste, voi dunque ora temete?
Esempio: Niccol. Poes. 1, 313: Dunque vorrai ch'io resti In questa pena amara, Come vittima muta innanzi all'ara?
Definiz: § IV. Spesso si adopera cominciando a parlare di cosa proposta, o toccando un punto di maggior rilievo, o venendo più strettamente a trattare dell'argomento, o ripigliando il discorso. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 6, 259: Dovete dunque sapere che nella nostra città fu già un ricchissimo mercatante, ec.
Esempio: Red. Cons. 1, 213: Senza dunque altri prevj medicamenti, farei cominciar ogni volta la signora a prendere quello dell'erba tè.
Esempio: Targ. Rag. Agric. 119: Il primo giorno dunque d'agosto,... con un segolo, o cultelletto grande, s'intacchi la scorza.
Definiz: § V. Usasi familiarmente per modo di terminare il discorso, rappiccandolo con le cose precedenti. ‒
Esempio: Machiav. Comm. 336: Ap. Molti in parole si fanno gagliardi. Cam. Gli è ver, ma quei che son vili e bugiardi. L'opere chiariranno quel ch'io dico. Ap. A rivederci dunque domattina.