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Dizion. 5° Ed. .
NE e NEH, con l'è larga.
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NE e NEH, con l'è larga. Definiz: | Particella interrogativa, e anche esclamativa, che vale Non è vero? Di grazia, e simili; e si usa spesso con una certa ironia. |
Probabilmente è dalla particella interrogativa latina ne. – Esempio: | Ar. Comm. 2, 12: Ed io viverò in questa speranza. C. Ed io ancora, neh? | Esempio: | Grazz. Comm. 57: Chi la terrebb'ora ch'ella non potesse farvi, e forse lo farà prima che sia giorno.... L. Che? neh! C. Farvi qualche scorno. | Esempio: | Forteguerr. Terenz. 61: Di' pure. T. Ma costui come è segreto? P. Io, ne? son segretissimo, ma senti ec. | Esempio: | E Forteguerr. Terenz. 284: Vedrai Come mi desti questa accusa a torto. L. Accusa a torto, ne? ah sciagurata. | Esempio: | E Forteguerr. Terenz. 307: Ti vedo ricaduto in quella stessa Vita di prima. P. Io, ne? L. Sì, sì tu stesso. | Esempio: | Nell. Iac. Astratt. 3, 10: Non sarebbe già per darmi polver negli occhi, affinchè io gli chiudessi a' suoi amoretti, ne? | Esempio: | E Vecch. 3, 18: Quest'abito t'ha dato nell'occhio, neh? S. E di che sorta! (lo guarda minutamente) colla sua guarnizioncina, senza risparmio, e di buon gusto, che bella cosa! |
Definiz: | § N'è vero, e anche, come si scrisse, Ne' vero? Forma interrogativa che equivale a Non è vero? – | Esempio: | Bellin. Disc. Anat. 2, 155: Confusioni inriducibili a ordinanza, caligini inischiaribili, indileguabili nebbie, direste forse voi, n'è vero? | Esempio: | Crusc. Vocab. I: Ne.... L'usiamo eziandio davanti alla parola Vero, per avverbio che dimandi e quasi si ricerchi testimonianza dal domandato, in confermazion del suo detto, e allato scriverle l'apostrofo, in cambio dell'E' per Egli, che vi manca: va pronunziato dolcemente, sì come quando serve per proposizione e articolo, come, Ne' quali, cioè: Il tale è galant'uomo, ne' vero? Io gliele dissi a colui, ne' vero? cioè: Non è e' vero, che 'l tale è un galant'uomo? Non è e' vero, ch'io gliele dissi a colui? | Esempio: | E Crusc. Vocab. IV: Ne. Avverb. si usa dinanzi alla parola Vero, formandosi una maniera avverbiale, Ne' vero, che domanda e quasi ricerca testimonianza dal domandato in confermazion del suo detto; e si pratica notarla d'apostrofo, come in cambio dell'E' per Egli, che vi manca. In tal caso tal particella va pronunziata dolcemente; per esemplo: Il tale è galantuomo, ne' vero? Io gliele dissi a colui ne' vero? e vale: Non è e' vero, che 'l tale è un galantuomo? Non è e' vero, che io gliele dissi a colui? Lat. nonne? | Esempio: | Manz. Prom. Spos. 165: E Renzo? disse Agnese. È in salvo, n'è vero? disse ansiosamente Lucia. |
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