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Dizion. 1° Ed. .
GUARDIA
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GUARDIA.
Definiz: | Verbale da guardare, in significato di custodire, e aver cura, l'atto del custodire, custodia. Lat.
custodia, praesidium. |
Esempio: | Dan. Inf. c. 10. Già son levati Tutti i coperchi, e nessun guardia face.
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Esempio: | Bocc. nov. 60. 15. A lui la guardia delle sue cose aveva commessa. |
Esempio: | Petr. canz. 35. 3. Ove si fa men guardia a quel ch'i' bramo. |
Esempio: | E Petr. canz. 22. 2. Io diè in guardia a S. Pietro, or non
più nò. |
Esempio: | Dan. Par. 33. Vince tua guardia i movimenti umani [cioè cura, diligenza,
vigilanza, provvedimento] |
Esempio: | Dan. Inf. c. 17. Quale dove, per guardia delle mura, Più, e più fossi
cingon li castelli [cioè difesa, riparo, propugnacolo] |
Esempio: | Bocc. n. 46. 7. La giovane, parendole il suo onore avere omai perduto, per la
guardia del quale, ella gli era alquanto, nel passato, stata salvatichetta [cioè conservazione]
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Definiz: | ¶ In vece di persona, che guarda, custode, guardatore. Lat. custos. |
Esempio: | Bocc. n. 16. 38. Corso alla prigione, e uccise le guardie, lui n'avevan tratto
fuori. |
Definiz: | ¶ Terra, e luogo di guardia, cioè che ha bisogno d'esser guardata. |
Esempio: | Com. Inf. c. 8. E potrebbesi dire, che 'l segno è fatto dalli torrigiani, a
guisa, che si fa quì nelle terre di guardia, che quando si sente, che 'l nimico cavalchi, o faccia apparecchiamento, si
fa segno. |
Definiz: | ¶Prender guardia, cioè aver cura, pigliarsi pensiero. Lat. curam
gerere. |
Esempio: | Bocc. n. 44. 3. Del quale niuna altra guardia M. Lizio, o la sua donna
prendevano, che fatto avrebbon d'un suo figliuolo. |
Esempio: | Tes. Br. 4. 1. E però molto i marinari ne prendon guardia, quando lo veggiono.
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Definiz: | Antiguardia, e Vanguardia è quella parte dell'esercito, che va
avanti. |
Definiz: | ¶ Dicesi in proverbio. Non voler dormir, ne far la guardia, di chi ha l'elezion del prendere a
fare una delle due cose, e non ne vuol far niuna. Fl. 247. |
Definiz: | ¶ GUARDIE diciamo a quella parte del morso, che non va in bocca. |
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