Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 4° Ed. .
FARO
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FARO.
Definiz: La torre de' porti, dove la notte per uso de' naviganti s'accende il lume. Lat. pharus. Gr. φᾶρος.
Esempio: Tac. Dav. Post. 430. L'altro corollario è, che siccome il faro da Tolomeo Filadelfo edificato sopra quattro basi di vetro, coll'arte di Sostrato da Gnido architetto, mosse per la sua utilità, e maraviglia ogni città a fare nel porto suo anch'essa un faro per la salute de' naviganti, similmente ec.
Definiz: §. Fu preso talora per Istretto di mare. Lat. fretum.
Esempio: Stor. Eur. 6. 142. Si era condotto sino alla estrema punta di Iuzia, dove il mare la divide dalla Norvegia, ec. per lo che si è poi sempre chiamato quivi in linguaggio loro Ottensund, cioè faro, e stretto di Ottone.
Esempio: Ar. Fur. 36. 71. Descendenti suoi di quà dal faro, Signoreggiar della Calabria parte (parla del faro, o stretto di Messina.)