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1) Dizion. 4° Ed. .
FACCENDA
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FACCENDA.
Definiz: Cosa da farsi, Affare. Lat. negocium. Gr. πρᾶγμα.
Esempio: Bocc. introd. 25. Per la qual cosa essi ec. di niuna lor cosa, o faccenda curavano.
Esempio: E Bocc. nov. 73. 9. Lasciata ogni altra sua faccenda, quasi correndo n'andò a costoro.
Esempio: Cron. Morell. Or comechè questa paia loda di picciola faccenda.
Definiz: §. I. Per Cosa assolutam. Lat. res.
Esempio: Bern. rim. 64. Io ho sentito dir tante faccende Della traduzion di quel secondo Libro.
Esempio: Gal. Sist. 88. Ammettasi, che arditamente rispondesse ciò potere essere benissimo ne i corpi celesti, che sono altre faccende, che questi nostri elementari impuri, e fecciosi.
Esempio: Red. lett. 1. 9. Chi legge questa faccenda, cuculia i Fiorentini, e dice, che non s'intendono del buon pesce.
Definiz: §. II. Mettere in faccenda, e Dar faccenda, vale Dar da fare. Lat. occupare.
Esempio: Bocc. nov. 15. 5. Mise la vecchia in faccenda per tutto il giorno.
Esempio: Agn. Pand. Se a uno, o più sarà data faccenda, alla quale egli sia inutile, e disadatto.
Definiz: §. III. Far faccende, vale Aver che fare, Operare assai. Lat. satagere, peragere.
Esempio: Bern. Orl. 1. 16. 20. Ma quei due cavalier senza paura Fanno faccende, e non dicon parole.
Esempio: E Ber. Orl. 3. 7. 13. E per incanto gran faccende fanno, Ch'ogni disegno a lor voglia riesce.
Definiz: §. IV. Uomo da faccende, Persona, o simili da faccende, vale Valente, atto a far faccende. Lat. rebus gerendis idoneus.
Esempio: Stor. Eur. 7. 153. Oltre a questo, conoscendolo da faccende, e nella milizia massimamente ec. gli dette per donna una sua figliuola, che aveva, detta Lucarda.
Definiz: §. V. Ser faccenda, si dice ad Uomo, che volentieri s'intriga in ogni cosa; che si dice anche Faccendiere, e Faccendone. Lat. ardelio, operosus. Gr. πολυπράγμων.
Definiz: §. VI. Dio mi guardi da chi non ha se non una faccenda; detto proverb. perchè quel tale mai non parla d'altro, e sempre con essa importuna altrui.