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1) Dizion. 5° Ed. .
ADDIO.
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Dizion. 5 ° Ed.
ADDIO.
Definiz: Locuz. ellitt. Modo di salutare nel licenziarsi, bene augurando a chi resta, o a chi parte, quasi dica: Ti raccomando a Dio, o Rimanti con Dio. Laonde, Dire addio, vale Accomiatarsi. –
Esempio: Dant. Purg. 8: Era già l'ora che volge il disio A' naviganti, e intenerisce il core Lo dì ch'han detto a' dolci amici addio.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 173: Lo dì ch'han ditto ai dolci amici addio: cioè che si sono accommiatati da le famiglie e da li amici dicendo: Addio; che s'intende: a Dio t'accomando o ti lasso.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 87: Scontrossi in quello dì nel Tacchello tintore, il quale disse: addio Antonio. E Antonio rispose: addio Tacchello, ben t'ho.
Esempio: Car. Long. 93: Addio, Dafni mio, io ho caro ogni tuo bene, ma senza te non vivrò già io.
Esempio: Cecch. Samar. 3, 2: A rivederci, messer oste. T. Addio.
Esempio: Red. Lett. 2, 92: Vi tornerò con questo solo fine di abbracciar V. S., e per dirgli addio, e per far seco l'ultime amichevoli dipartenze.
Definiz: § I. Si usa talvolta anche come modo di salutare amichevolmente una persona che s'incontra, o alla quale uno si presenta. –
Esempio: Franc. Pulc. Son. 68: Bu, bu, chi è? son Franco Calmiera. Il ben venuto. Addio, mio Michelozzo; Io mi vengo a scusar del gran mottozzo, Che mi facesti in Calimala iersera.
Esempio: Cecch. Com. ined. 324: Addio, maestro; qual diamante. G. Curzio, Va', bada ai fatti tuoi. C. Oh! s'io ero semplice Pur me la davi.
Definiz: § II. Ed è pur saluto che s'usa porre in fine delle lettere. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 5: Addio, signor Vincenzio; vogliatemi bene.
Definiz: § III. E detto ai defunti, come per congedarsi da loro, secondo il rito de' Gentili. –
Esempio: Sannazz. Arcad. 35: O felice Androgeo, addio eternamente, addio.
Definiz: § IV. E usato a maniera di Sost. –
Esempio: Magal. Lett. Scient. 297: Dicono i Franzesi, che gli addii sono sempre fastidiosi.
Esempio: Salvin. Eglog. 3, 23: La Fillide amo avanti all'altre; pianse Ch'io mi partissi, e un lungo disse addio, Formoso Iola, e 'l replicò più volte.
Esempio: Not. Malm. 121: Fare le convenienze col chiavistello, e dirgli l'ultimo addio con un cordialissimo bacio.
Esempio: Metast. Dramm. 3, 119: Ed io Fui presente, o Vitellia, al grande addio.
Definiz: § V. Figuratam. Addio dicesi ancora, allorchè altri lascia, o è in procinto di perdere checchessia. –
Esempio: Sannazz. Arcad. 59: Addio rive, addio piagge verdissime e fiumi; vivete senza me lungo tempo.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 368: Ma s'io fo mai cotale scherzo al vecchio, Addio Firenze, chè gli è uom di canchero, Nè me la passerò per una chiacchiera.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 13: E dissi: o corte, addio; così agli amici Boschi tornando, ho tratto i dì felici.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 4, 7: Tutte le cose parmi Che siano ite a rovescio: fiera addio, Merci e mercanti addio, addio faccende, Addio popolo, addio confusïone.
Esempio: Menz. Sat. 8: E se sul sette e l'asso il sei non viene, Da una volta in su addio casino, Chè all'altro invito il borsellin non tiene.
Esempio: Fag. Rim. 1, 380: Canchero, Betta! disse: ell'è una fava! Addio speranze mie, siete finite.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 4: Addio lingua latina, addio dommatica.
Definiz: § VI. S'usa anche talora per ironìa e per ischerno, come a dire: Buono! Bravo davvero! –
Esempio: Ambr. Cofan. 1, 3: Addio, buon sozio!
Definiz: § VII. Usasi a modo d'Interiezione tanto assolutamente, quanto congiunto ad alcun nome, come si dicesse: È finita, L'affare è spacciato, Non v'è più rimedio, Quella tal cosa è perduta. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 6, 1: L'ambizione ha seco tutti i mali,.... Che quando ha preso punto di vigore, Addio amicizia, addio pietade e onore.
Definiz: § VIII. E in senso analogo al precedente, s'usano i modi, Addio mondo, Addio chi resta, attribuiti a chi è per morire, o s'aspetta di morire. –
Esempio: Lipp. Malm. 4, 57: Io già colle budella in un catino, Addio diceva al mondo, addio chi resta.
Definiz: § IX. Trovasi anche Addio fave, nello stesso significato. –
Esempio: Lipp. Malm. 3, 21: Chè se durasse troppo a far tal verso, Dir potrebbe l'infermo: Addio fave.
Esempio: Fag. Rim. 1, 168: La marina era torbida, e la nave Del viver nostro in più d'un scoglio a un tratto Diede, ma resse; che se no, addio fave.
Definiz: § X. Dare l'addio, vale Licenziarsi, Congedarsi. E Dare l'ultimo addio, trovasi usato per Morire. –
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 188: Già per la sete, oimè, giunto all'occaso, Era quasi per dar l'ultimo addio.
Definiz: § XI. Dire addio a una persona o ad una cosa, nel significato di Abbandonare alcuno o alcuna cosa. –
Esempio: Poliz. Rim. 2, 29: Me' faresti a tortene uno, E sarei proprio buon io, A quest'altri dire addio; E saresti fuor di baia.
Definiz: § XII. Dire addio, s'usa anche talora in significato di Morire, come quando diciamo: Il tale vuol dirci addio, cioè ci vuol lasciare, vuol morire; ed è modo familiare. –
Esempio: Lipp. Malm. 3, 24: Soggiunse poi: Costui vuol dirci addio.
Definiz: § XIII. Dire addio al mondo, per Abbandonare il secolo, Farsi religioso; e anche semplicemente per Darsi a una vita ritirata.
Definiz: § XIV. Senza dire addio, e anche semplicemente Senza addio, vale Senza licenziarsi, Senza salutare. –
Esempio: Bocc. Amet. 148: Quando Enea Lasciò lei, volto senza dire addio.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 315: Dopo la prelibata dipartenza Della prefata mula, senz'addio, Le groppe rivoltiam tutti a Fiorenza Delle nostre giumente.
Definiz: § XV. In modo familiare diciamo: E addio, in significato di E nulla più, E basta; come per esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Una minestrina, e addio.