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FIASCA.
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FIASCA.
Definiz: Sost. femm. Fiasco alquanto grande, e di vetro più grosso degli ordinarj, rivestito di vimini fino alla bocca, e talvolta col ventre schiacciato. E per estensione dicesi anche di Vaso di latta fatto in forma simile.
Basso lat. fiasca. –
Esempio: Sannaz. Arcad. 15: I' ho del pane, e più cose altre in tasca: Se vuoi star meco, non mi vedrai movere Mentre sarà del vino in questa fiasca.
Esempio: Bard. P. Avinav. 7, 27: Altri bere al boccale, altri alla fiasca, E chi le carte e i dadi trar di tasca.
Esempio: Red. Ditir. 43: Non sono stelle; Son due belle Fiasche gravide di buon vini.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 314: Reca del vin.... Guarda che fiasche! Tengono un barile.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 474: Fiasche, le quali sono stiacciate, quasi col diritto e rovescio, colme e convesse a guisa di lenti, le quali in greco si dicono phacae.
Definiz: § I. In locuz. figur. –
Esempio: Capor. Rim. 364: Fate (il Berna gridò) fate che pasca Questa novella pecora ancor essa, E datele del vin della mia fiasca.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 157: E talmente del vin della sua fiasca alle volte il poverel s'imbriaca, che e' non discerne a mezzo chi lo tira su piaggiandolo, o chi dicendogli il ver lo riprende.
Definiz: § II. Si disse per similit. una Tasca o Vaso, di cucio o di latta, fatta a foggia di fiasco ma di forma schiacciata, che i moschettieri e archibusieri portavano per tenervi la polvere da caricare le armi. –
Esempio: Lorin. Fortif. 150: Archibugj ordinarj,... e mazzi di caricature, essendo più sicure che le fiasche.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 5, 403: Non avendo altra munizione, se non quella che portavano nelle fiasche, dopo aver combattuto lo spazio di mezz'ora, furono necessitati a ritirarsi.
Esempio: Bart. D. Vit. Caraff. 1, 21: La vampa del polverino, che gli crepò nella mano, passò fin dentro alla fiasca, la quale, messo un grande scoppio e una gran fiamma, tutto ne l'involse dentro.