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MONACO
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MONACO.
Definiz: Sost. masc. che al plurale, con forma però non comune, fa anche Monachi. Nome che serve a indicare tanto quei Cristiani che anticamente vivevano nella solitudine e nella contemplazione delle cose celesti, quanto quelli i quali, posteriormente, ridotti a vita comune secondo la regola di un capo o fondatore, hanno avuto per proprio istituto di star lontani dal mondo, nella preghiera e nella meditazione, aggiuntovi per alcuni l'esercizio del lavoro manuale o intellettuale.
Dal lat. monachus, e questo dal grec. μοναχός. –
Esempio: Dant. Parad. 22: Grave usura tanto non si tolle Contra il piacer di Dio, quanto quel frutto Che fa il cuor de' monaci sì folle.
Esempio: Cavalc. Pist. Eust. 420: Tre sono in Egitto le generazioni e spezie de' monaci. L'una si chiama cenobiti, li quali in nostra lingua propriamente sono detti monaci, che vivono a comune. I secondi si chiamano anacoriti ec.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 361: Il quale l'abate e' monaci veggendo fuggire, si maravigliarono e domandarono della cagione.
Esempio: Collaz. Ab. Isaac volg. 58: Monaco è colui, che siede fuori del secolo e sempre prega Iddio, acciocch'egli acquisti i beni futuri.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 10: Prese certi monaci della badia di Firenze, e feceli entrare in questa badia e pigliare l'abito di santo Bernardo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 4, 55: Bella accoglienza i monachi e l'Abbate Fero a Rinaldo.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 14, 79: Si accordaro in fin tutti i pensieri, Che di frati e di monachi rinchiusi Lo può trovare (il Silenzio) in chiese e in monasteri.
Esempio: Maff. G. P. Vit. Confess. 2, 163: Tutti quei monaci, de' quali viene sì celebrato il rigore e l'astinenza, si guarderanno di comunicare con esso teco.
Esempio: Lett. Pros. Fior. IV, 1, 238: Infinite altre simili o curiosità o empietà, che si debbano chiamare, si trovano in questa opera; ed a carte 347, 463 e altrove, moltissimi luoghi di scrittori, anche nostri cattolici, contro frati, monaci, ec.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 23, 2: Lasceriano il chiostro prontamente I monachi, le monache e gli abati.
Esempio: Murat. Dissert. Antich. ital. 3, 374: Finalmente cominciarono essi a chiamarsi monaci, o sia che vivessero nella solitudine de' monti e de i deserti, o vivessero ritirati dal secolo ne' monisterj.
Esempio: Lambr. Elog. 103: Il protestante, l'ebreo, il cattolico, il monaco, il frate, il prelato, il povero prete, il laico, erano da lui accolti con la medesima benevolenza.
Definiz: § I. Riceve varj aggiunti, come Benedettino, e simili, i quali ne determinano l'ordine, e si dichiarano ai loro luoghi. –
Esempio: Bern. Lett. fam. V. 309: Sua Signoria, sendosi voltata alli monaci negri di S. Benedetto, ne ha trovati di numero e di bontà tanti che bastano all'effetto che Lei desidera.
Esempio: Murat. Dissert. Antich. ital. 3, 410: Per cura della celebre contessa Matilda ne furono cacciate (le monache), e in lor vece ivi posti i monaci benedettini.
Definiz: § II. Per similit., parlandosi di religioni diverse dalla cristiana. –
Esempio: Giobert. Buon. 124: I soli pontefici Baddarachito,... Dammarachito e Piadassi condussero dai loro rispettivi conventi.... centonovantottomila monaci, per assistere a quella insigne solennità.
Definiz: § III. Monaco, nel linguaggio degli Architetti, è nome di una delle travi del cavalletto che serve a reggere la tettoia; ed è quella posta in mezzo, che scende perpendicolarmente sulla trave orizzontale o asticciuola. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 8, 122: Dove gli altri cavalli hanno un monaco solo, tutti quelli di questa sala n'hanno tre per ciascuno, uno grande nel mezzo, ed uno da ciascun lato, minori.
Esempio: Memor. Bell. Art. 2, 142: Lo che non si potrebbe fare che in piccioli tetti, ove non vi fosse bisogno di forti e spaziosi cavalletti armati del suo monaco ec.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 31, 1: La travetta corta di mezzo, che, passando fra gli detti puntoni, piomba sopra all'asticciuola, si dice monaco.
Definiz: § IV. Monaco, trovasi usato a denotare quell'uccello che si chiama Monachino. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 14, 59: Quivi era la calandra, e 'l calderino, Il monaco, ch'è tutto rosso e nero ec.
Definiz: § V. L'abito non fa il monaco, e anche si disse, non fa monaco, è proverbio che vale che L'apparenza esteriore non è sicuro indizio delle qualità intrinseche. –
Esempio: Bellinc. Rim. F. 1, 249: L'abito non fa monaco, fu detto.
Esempio: Nard. Stor. 2, 183: Era per tanto un frate, dell'ordine del quale mi tacerò il nome, perchè l'abito (come si dice) non fa il monaco.
Esempio: Fag. Rim. 2, 336: Il vestir venne in scena Per distinzion di dignità, di grado, E de' grandi per dar contezza piena; Benchè ciò per lo più segua di rado, Giacchè l'abito il monaco non fa.
Esempio: E Fag. Rim. 5, 191: Nè mai l'oro il piombo agguaglia, E non fa l'abito il monaco.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 365: Vorrei crederlo; ma alle volte, come dice il proverbio,... l'abito non fa il monaco.