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LEGUME
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LEGUME.
Definiz: Sost. masc. Nome generico che si dà a Qualsivoglia sorta di frutti delle piante baccelline, che servono ad uso di cibo, e che, secchi, si dicono Civaie; come ceci, fagiuoi, fave, lenti, piselli, cicerchie, e simili. Usato per lo più nel plur.
Dal lat. legumen. –
Esempio: Benciv. Aldobr. R. 3: E così puoi intendere di tutti cavoli, di tutte carni e di tutti legumi, e di tutte altre cose, onde buon sangue non puote essere ingenerato.
Esempio: Esop. Fav. S. 50: Trovò apparecchiato da mangiare mochi, e cicerchie, e fave, ed altri legumi.
Esempio: Scarp. Serm. S. Ag. 22: Il legume non mi piace, chè sono cosa ventosa.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 444: Fanno le fave i primi baccelli nella più bassa parte del pedone, e sono maggiori, più grossi e più carnosi di tutti gli altri legumi.
Esempio: E Mattiol. Disc. 1, 575: Dioscoride scrisse primieramente de i [fagiuoli] bianchi volgari che si seminano ne i campi alla campagna, dove generalmente trattò delle biade e de gli altri legumi che si seminano ne i campi.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 106: Si conservan le fave e gli altri legumi in tutti quei vasi dove sia stato dell'olio.
Esempio: Dat. Cical. III, 1, 182: Pausania, raccontando che Cerere non insegnò la cultura delle fave, soggiugne ch'ell'erano stimate legume impuro.
Esempio: Bart. D. Ghiacc. 215: Empiasi fino al sommo di fave, o di qualunque altro legume, un forte vaso di terra o di metallo.
Esempio: Legg. Band. Leop. 6, 91: Gli illustrissimi signori Auditori della Camera granducale.... fanno pubblicamente noto che per l'avvenire tutti i grani, biade, farine, semole, legumi, marroni e castagne.... saranno esenti ec.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Belc. F. Son. 172: E sono i versi miei come legumi Rustici e grossi al tuo gentile affetto.
Definiz: § II. Per estensione, e poeticam., detto del Caffè, che è pur esso pianta baccellina. –
Esempio: Parin. Poes. 12: De' tuoi labbri onora La nettarea bevanda, ove abbronzato Fuma ed arde il legume a te d'Aleppo Giunto e da Moca, che, di mille navi Popolata mai sempre, insuperbisce.
Definiz: § III. E per la Pianta stessa che produce i legumi; Pianta leguminosa; nel qual senso usasi più comunemente nel plur. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 123: La fava in quaranta dì fiorisce e insiememente cresce, e quel medesimo è in tutti i semi duplicati, sì come il pisello e gli altri legumi tutti.
Esempio: Pallad. Agric. 59: Sarchisi 'l grano e 'l farre quando ha quattro foglie, l'orzo quando n'ha cinque, la fava ed altri legumi quando sono quattro dita di sopra a terra.
Esempio: Fior. Agric. Met. volg. 514: Lo locuste o cavallette, crudeli divoratrici de l'erbe, de' legumi e de le piante, a branchi se ne volarono.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 157: Inoltre i legumi, che da qual si voglia gran vento continovo son tocchi, invietano.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 212: Produce (l'acacia) il suo frutto in baccelli, come fanno i legumi.
Esempio: Soder. Coltiv. 30: Ottima cosa farà loro (alle viti) l'orina vecchia marcita, e se manchi sterco, i favuli e fusti d'altri legumi faran buono effetto.
Esempio: Ginann. Malatt. Gran. 62: I legumi ne patirono maggiormente, e massime le fave, i gambi delle quali erano divenuti neri e parevano già secchi.
Esempio: Vallisn. Op. 3, 418: È una pianticella acquatica di una foglia sola ritondastra e polposa simile alle lenticchie, spezie di legume.
Esempio: Manett. Mem. Frum. 86: Le seconde (classi di piante) sono quelle, secondo Varrone, che non si mietono o si segano come il grano; ma si svelgono dal terreno con le mani, e non servono generalmente a far pane che in difetto del grano, e tali sono le fave, i piselli, le veccie ec., da noi particolarmente comprese sotto il detto e volgar nome di legumi.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 93: E il granturco? e i legumi? Eh! se non viene Qualche nebbiaccia..., Lustrissimo Signore, spero bene.
Esempio: Capp. Econ. 368: Si volle che contenesse (il podere) quasi un poco d'ogni cosa che la Toscana possa produrre. Quindi nella stessa terra qualunque si fosse, e granaglie varie, e viti ed ulivi, e legumi e frutta, e bestiami di più specie.
Definiz: § IV. Pane di legume, trovasi per Pane fatto, non di grano, ma di alcuno dei varj legumi. –
Esempio: Car. Lett. ined. 2, 15: Del pane non si dà più che sei picciole pagnotte per soldato, e non bastando, hanno a mangiare di quel di legume, che s'è fatto per la plebe.