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1) Dizion. 5° Ed. .
EPIDEMIA.
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Dizion. 5 ° Ed.
EPIDEMIA.
Definiz: Sost. femm. Qualsivoglia malattia, la quale assalga nel tempo stesso un gran numero di persone del medesimo luogo o paese, e che sia prodotta da una causa generale, ma però accidentale; Influenza di malattia dominante straordinariamente in un dato tempo e luogo.
Dall'adiettivo grec. ἐπιδήμιος, Sparso o Comune nel popolo. –
Esempio: Adim. A. Pind. 214: E che questa epidemia (detta da' medici ἐπιδήμια, forse dal verbo ἐπιδημέω quod accedo, per ch'ella è una infermità che coll'accostamento si comunica e difonde) sia un flagello, ec.
Esempio: Targ. Relaz. Febbr. 177: Ci ricordiamo dell'epidemia castrense di febbri maligne petecchiali, portata in Toscana nel 1732 dalle truppe spagnuole.
Esempio: E Targ. Relaz. Febbr. 194: Se però tutte quante le febbri della corrente epidemia fossero state unicamente e tutt'affatto putride, e d'una sola origine, averebbero ec.
Esempio: E Targ. Osserv. medic. 176: Ci fu un'epidemia di angine acquose e scirrose.
Esempio: Giord. Op. 1, 522: Tutti gli Italiani per epidemia non intendono altro che un morbo diffuso tra gli uomini d'una città o d'una regione.
Definiz: § E per estensione, applicasi anche a Malattia che nel modo stesso assalga il bestiame di una data specie. –
Esempio: Lastr. Agric. 4, 100: In alcune campagne del Senese i contadini si valgono da lungo tempo del carbon fossile o legno, che si trova in quelle colline dentro alcuni strati di terra nericcia, per profumare le loro stalle all'occasione di epidemie bovine.