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1) Dizion. 5° Ed. .
ANNACQUATO.
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ANNACQUATO.
Definiz: Partic. pass. di Annacquare.
Definiz: § I. E in forma d'Add. Mescolato, Temperato coll'acqua; detto più specialmente di vino. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. D. 250: Abbi il vino innanzi che ci metti acqua, sì è puro e buono; mettici un pocolino d'acqua, non è così puro; metticene più ancora, è meno puro; metticene anche, diventa più annacquato.
Esempio: Gell. Capr. Bott. 16: Quello non è più vino; nè anche si può chiamare vino annacquato, ma più tosto acqua avvinata.
Esempio: Dav. Colt. 496: Quanto minor Luna avrai, tanto minore il vino e più scolorito sarà, sì che nel fondo d'essa parrà annacquato.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 4, 4: E tanto ama 'l vin nuovo, che 'l vetusto, E lo bee annacquato, e lo bee mero.
Definiz: § II. E figuratam. per Non puro, Non schietto, Temperato comecchessia. –
Esempio: Salvin. Disc. 2, 94: La qual gloria e fama, mentre che uno vive, non è mai pretta e sincera, ma mescolata sempre ed annacquata.
Esempio: Fag. Comm. 5, 411: Danno per lo più [i giudici] una sentenza annacquata con cento riservi, che non è il termine d'una lite, ma il principio d'un'altra più lunga.
Esempio: Bracc. R. Dial. 279: Ed io vi dico che la lode che le dà, è molto annacquata.
Definiz: § III. Detto del sole, di raggio, lume, colore e simili, vale Languido, Smorto, Sbiadito. –
Esempio: Machiav. Comm. 124: Io lo menai in una dispensa, che io ho in su la sala, dove era un certo lume annacquato, e gettava un poco d'albore.
Esempio: Rucell. Or. Dial. 8, 13, 488: I pesci.... mirano i raggi del sole e delle stelle penetranti giù per lo filo dell'onde, tutti annacquati e adombrati e confusi.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 111: Verde sbiadato, e come gli stessi Latini dicono dilutum, verde annacquato.
Definiz: § IV. Riferito a discorso, a stile, vale Debole, Languido. –
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 460: Questo ottavo verso.... riesce alquanto fiacco e annacquato.
Definiz: § V. E detto di riso, vale Poco sincero, Non di cuore. –
Esempio: Not. Malm. 504: Sogghignare.... è un certo ridere per segno di disprezzo o di poca stima che altri faccia di qualcosa; e si chiama riso annacquato, cioè non puro, non vero, ma finto.