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1) Dizion. 5° Ed. .
CANGIARE
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CANGIARE.
Definiz: Att. Lo stesso che Cambiare, di cui è forma varia; ma propriamente dicesi del Mutare una cosa, modificandone le qualità, il modo d'essere, le condizioni e simili. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Cangiâr colore e dibattero i denti.
Esempio: Petr. Rim. 1, 26: Sì ch'io cangiava il giovenile aspetto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 11: Per gran timor cangiò la faccia bella, Qual il reo ch'al supplicio s'avvicina.
Esempio: Alam. L. Gir. 2, 58: Ogni cosa mortal cangia suo stato; Io se 'l medesmo fo, perch'aggio errato?
Esempio: Tass. Gerus. 4, 87: Nè con tutti, nè sempre un stesso volto Serba, ma cangia a tempo atti e sembianti.
Esempio: Metast. Dramm. 6, 322: Ma de' giusti la speme Mai non cangia sembianza.
Definiz: § I. E per Mutare una cosa in un'altra, Cambiare. –
Esempio: Dant. Inf. 13: Io fui della città che nel Batista Cangiò 'l primo padrone.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 8, 244: Subito gittan via le vesti allegre, E cangian le dorate in gonne negre.
Esempio: Red. Lett. 1, 88: Veramente quelle piccole coserelle, o, per dir meglio, parolucce, che io leverei o cangerei, si possono molto ben difendere.
Definiz: § II. Trovasi anche per Barattare, Permutare, Dare in iscambio. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 52: Matto fora tenuto uomo, che sedesse a banco, e cangiasse molto auro a pauco rame.
Definiz: § III. E per similit. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 94: Nè mai stato gioioso Amor o la volubile Fortuna Dieder a chi più fur nel mondo amici, Ch'i' nol cangiassi ad una Rivolta d'occhi; ond'ogni mio riposo Vien, com'ogni arbor vien da sue radici.
Definiz: § IV. Cangiare un luogo, un albergo e simili, vale Passare da un luogo od albergo in un altro. –
Esempio: Dant. Inf. 25: Come il ramarro sotto la gran fersa De' dì canicular cangiando siepe, Folgore par, se la via attraversa.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 9: Ben c'albergo cangi, Resto in te vivo.
Esempio: Panant. Civett. 17: Se non v'è modo d'attecchirne una, Cangia paese, e cangerai fortuna.
Definiz: § V. E Neutr. pass. cangiarsi Cambiarsi, Mutarsi. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 53: Fermati, pria ch'io ti conduca al bosco, Sì che poi non si cangi il tuo pensiero.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 70: Misera! ed a qual'altra il ciel prescrisse Vita mai grave ed immutabil tanto, Che si cangia in altrui mente e natura, Pria che si cangi in me sorte sì dura?
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 175: Per amor della verità auto qualche dotto litigio, quello terminarono gareggiando di cortesia, e le dispute si cangiarono in dimostranze di vicendevole affetto.
Definiz: § VI. Trovasi anche per Mutare, Comporre comecchessia per simulazione l'aspetto o gli atti. –
Esempio: Cecch. Malandr. 1, 2: Basta solo Che quando vo' sentite essere a torno Di simil gente, vi cangiate un poco, Acciò che non paia ch'io vi mandi.
Definiz: § VII. Cangiarsi, e anche Cangiare, in forma di Neutr., vale Mutarsi di colore, Impallidire, per subitaneo turbamento d'animo. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 32, 100: Cangiar si vide, e non parer più quella Che fu pur dianzi sì gioconda e bella.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 32, 101: S'impallidisce e tutta cangia in viso, Chè tal sentenza udir poco le aggrada.
Definiz: § VIII. Cangiarsi di panni, di vesti e simili, vale Mutare i panni, le vesti che si avevano, prendendone altre. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 4, 29: Per non soffrir cotanti ingiusti torti Fuggii qua dentro, e mi cangiai di panni.
Definiz: § IX. Cangiarsi d'aspetto, di parlare, d'opinione, di pensiero e simili, Mutare l'aspetto, il parlare, l'opinione ec. che si aveva. –
Esempio: Bocc. Lett. 321: Subito mi cangiai d'opinione.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 78: Ma poi cangiosse Tosto di faccia e di parlar, ch'appresso S'avvide meglio che non era desso.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 207: Nè corda, nè dado, nè stanghetta, nè uovo, nè acqua, nè fuoco, nè cosa del mondo il poterono far cangiare d'opinione.