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1) Dizion. 5° Ed. .
DISSOMIGLIARE e DISSIMIGLIARE.
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DISSOMIGLIARE e DISSIMIGLIARE.
Definiz: Neutr., che per proprietà di lingua prende spesso la particella pronominale. Non aver somiglianza, Esser dissimile; e dicesi tanto di persona, rispetto così al fisico come al morale, quanto di cosa, anche immateriale, rispetto alla forma o alla natura.
Da somigliare e simigliare, prepostavi la particella dis. ‒
Esempio: Dant. Conv. 397: La statua di marmo o di legno o di metallo, rimasa per memoria d'alcuno valente uomo, si dissomiglia nello effetto molto dal malvagio discendente, perocchè la statua ec.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 18, 77: Alla grandezza e al pelo si assomigli, E per macchia neppur si dissomigli.
Definiz: § I. E a modo di Neutr. pass. dissomigliarsi , per Farsi, Rendersi, Divenire, dissomigliante; detto così di persona come di cosa. ‒
Esempio: Dant. Conv. 358: Quando nascono [le biade], dal principio hanno quasi una similitudine, nell'erba essendo; e poi si vengono per processo di tempo dissimigliando.
Esempio: Fr. Gid. Espos. Vang. volg.: Principio e incominciamento di dissomigliarsi l'anima, ovvero l'uomo, da Dio, si è diventar pigro e debole ed ozioso, e freddo nelle virtudi.
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 131: Con esso parve doversi oramai porre in esecuzione quello, in che già egli si era convenuto col Valegnani, cioè dissimigliarsi e distinguersi quanto il più far si poteva da' bonzi.
Definiz: § II. E in forza di Att. Rendere dissomigliante. ‒
Esempio: Bart. D. Op. mor. 23, 61: Pur questo medesimo più ragionevolmente, che dolersi un uomo di perdere quel che gli facea contenta quella sola parte di lui ch'è animalesca e brutale, e noi dissomiglia a' giumenti.