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1) Dizion. 5° Ed. .
INAMARIRE.
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INAMARIRE.
Definiz: Att. Rendere amaro, Fare amaro. –
Esempio: Soder. Cult. Ort. 64: Tagliando altre cose col coltello che abbia tagliata la coloquintida, l'inamarisce di modo, che non si posson mangiare.
Definiz: § I. Figuratam. –
Esempio: Tolom. Lett. 153: Or lasciamo andar questi lamenti, i quali m'inamariscono la dolcezza, ch'io gusto del vostro bene.
Esempio: Varch. Lez. Accad. II, 5, 2: È ben vero che questo piacere e dolcezza mia.... distemperano alquanto, e quasi inamariscono, due cose principalmente; l'una il vedere di non potere dimostrarmi grato..., l'altra ec.
Esempio: Tass. Amint. 2, 1: Tu prima svergognasti La nobiltà d'amor; tu le sue liete Dolcezze inamaristi.
Definiz: § II. Pur figuratam., per Affliggere, Addolorare. –
Esempio: Tolom. Lett. 33: Non è dunque gran maraviglia, se quelle cose, ch'allettano ed addolciscono l'animo altrui, spaventano e inamariscono il mio.
Definiz: § III. Neutr. pass. inamarirsi Farsi amaro, anche figuratam. –
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 3, 831: Il che per avventura finì d'ammorbidir la durezza del conte, perchè non s'opponesse alla conclusione, cosa per cui sarebbesi assai offuscato lo splendore ed inamarito il giubilo di quell'atto.
Definiz: § IV. In forma di Neutr. Divenire amaro, Farsi amaro, anche figuratam. –
Esempio: S. Bern. Miser. 11: Inamarisca in te il cuor tuo amarissimamente, che agevolmente, volontariamente e con diletto hai offeso il sommo Padre Dio.
Esempio: Fr. Iac. Tod.: S'io 'l lasciassi, a cui girei? Pur pensando inamarisco.