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MOZZINA, pronunziato colle zz aspre
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MOZZINA, pronunziato colle zz aspre.
Definiz: Sost. femm. Persona astuta e trista, che cerca ingannare altrui; o anche semplicemente Persona furba, accorta. Talora è usato anche a modo di aggiunto.
Forse ha origine dallo spagn. moza, che, oltre a Donna addetta ai più umili servigi domestici, vale Moglie che tradisce il marito. –
Esempio: Galil. Op. VI, 127: Ma forse appresso l'ignoranza di costoro è bene esaltarlo (Galileo avversario) con cose false: il Padre è più mozzina di me.
Esempio: Lipp. Malm. 7, 73: Ma perch'ella è mozzina, e colla ciarla Le monache trarria del monastero, Vede che s'ella bada troppo a dire, Si lascerebbe forse convertire.
Esempio: Not. Malm. 2, 599: Mozzina. Uomo astuto, tristo e che sa il conto suo; ma s'intende nel genio maligno. Latino: Vulpis reliquiae. Questa voce vien forse da Orecchi mozzi, che così son segnati quei furbi, che meriterebbono le forche, ma per la tenera età non ne sono capaci.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 285: Venga ancor lei. L. E quando? F. Domattina. L. Oh vedova mozzina!
Esempio: E Monigl. Poes. dramm. 3, 410: Parli liberamente. L. Oh che mozzina!
Esempio: Bellin. Disc. Anat. 2, 212: In quanto a me poi.... io credo pur ch'ei fosse la matricolata mozzina.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 9, 63: E lasciano Fioretta sola sola; Alla qual corse Astolfo, e disse in fretta: Bella mozzina! chi la fa, l'aspetta.
Esempio: Fag. Comm. 1, 232: Eh, vedova mozzina, tu pensi ch'i' sia goffo?
Esempio: E Fag. Comm. 1, 332: Io parlar con un uomo? Se voi non volete? M. (Uh che mozzina!).
Esempio: Nell. Iac. Serv. padr. 1, 2: E tu mozzina, credi d'avere a mangiare il pane a ufo?
Esempio: E Nell. Iac. Serv. 3, 22: Ah le mie mozzine, come qui? Perchè uscire di camera e di casa?