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1) Dizion. 5° Ed. .
LEVATRICE
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LEVATRICE.
Definiz: Femm. di Levatore. –
Esempio: Salvin. Inn. Omer. 537: E sola punto non l'aveva udito La levatrice de' parti Lucina.
Definiz: § I. Levatrice, usato assolutam., dicesi Colei che assiste alle donne partorienti, e raccoglie i parti; Ostetrica. –
Esempio: Machiav. Comm. 239: Ma tu perchè ti parti da lei? M. Io vo a chiamare la levatrice.
Esempio: Baldell. F. Filostr. 21: Questa cosa può apportare certamente maraviglia a ciascuno, che 'l fanciullo senza l'aiuto di alcuna levatrice così tosto venisse in luce.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 4, 211: A ragione.... si consumò per fuoco il tempio di Diana, perchè era in quel punto occupata nel ministerio di levatrice alla nascita d'Alessandro.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 1, 1: Uno speziale, O una levatrice ch'ivi appresso Abbia negozio urgente, pogli assedio.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 81: Corse la levatrice, ed in effetto Fra mille oimè.... Partorigli una bella piscialletto.
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 164: Come farebbe una pietosa levatrice a tor dalle viscere di una donna parturiente qualche dragone orribile che ella avesse conceputo nel seno.
Esempio: Not. Malm. 1, 223: Levatrice. Raccoglitrice. Quella che raccoglie e leva la creatura dalla parturiente, da' latini detta obstetrix, ed in alcuni luoghi detta mammana.
Esempio: Fag. Comm. 6, 239: Mi vo' metter a fare il becchino; e tu farai la levatrice.
Esempio: Leopard. Poes. 151: Fortunati color che, mentre io scrivo, Miagolanti in su le braccia accoglie La levatrice!
Esempio: Giust. Vers. 121: A noi larve d'Italia, Mummie dalla matrice, E becchino la balia, Anzi la levatrice.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 272: La levatrice vuol delle monete, E se la mamma non ci può allattare, Ancora il latte ci convien pagare.
Definiz: § II. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 230: Concludo, che la musa di V. S. è gravida di sentimenti casti, castissimi, ma finalmente amorosi: e se V. S. le farà servire di levatrice il genio, farà figliolocci rigogliosi, che sarà una bellezza; e tolgo ad assicurarla sempre dalle sconciature.
Esempio: Pindem. Poes. 290: E s'ei cosa talor, che in mente serra, Pena a espor fuori, dolcemente, e in guisa Che appena il senta, a esporla fuor l'aiuta. Delle lodi di Socrate fu questa: E levatrice degli umani ingegni La divina il chiamò bocca di Plato.