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Dizion. 5° Ed. .
LISCIVA, e LISCIA, con l'accento sul secondo i
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LISCIVA, e LISCIA, con l'accento sul secondo i. Definiz: | Sost. femm. Acqua bollente passata per la cenere, oppure bollita con essa; comunemente Ranno. |
Dal lat. lixivia. – Esempio: | Benciv. Aldobr. P. 82: Se voi volete i capelli imbiondire e farli belli e gialli, sì prendete fior di ginestre.... e li bollite in lisciva e colate, e poi ve ne lavate il capo. | Esempio: | Cennin. Tratt. Pitt. 40: Togli una poca di grana pesta e un poco di verzino; cuocili insieme; ma fa' che il verzino o tu 'l grattugia o tu il radi con vetro; e poi insieme li cuoci con lisciva e un poco d'allume di ròcca; e quando bogliono, che vedi è perfetto color vermiglio, innanzi ch'abbi tratto l'azzurro della scodella (ma bene asciutto della lisciva), mettivi su un poco di questa grana e verzino. |
Esempio: | Martin. F. Tratt. Archit. 136: Piglisi alcuna quantità di quell'acqua della quale desideri di cognoscere la proprietà, e altrettanta liscia, e insieme si faccino bollire (così il Cod. Magliabechiano; male la stampa lisca). | Esempio: | Biring. Pirotecn. 31: E l'orpimento mescolato con liscia e calcina, dipela senza alcuna lesione ogni luogo peloso. |
Esempio: | Ner. Art. Vetr. 109: Mutandoli la liscia, il zolfo diventa bianco ed incombustibile e fisso, buono per fare il rosichiere da smaltare oro per orefici. | Esempio: | Capor. Rim. 196: Ancorchè tutto il mare Fosse stata liscia più che bollita. | Esempio: | Targ. Viagg. 8, 190: Quando si fa sfumare qualche rannata o liscía, a fine di ricavarne il sale,... rompendosi continovamente e mandandosi a fondo quel cremore o velo di sale, che vien a coprire la superficie della rannata, in poco spazio di tempo aviamo tutto il vaso pieno di esso cremore. |
Definiz: | § Per similit. – |
Esempio: | Targ. Viagg. 7, 253: La
cottura nella caldaia si fa così. Si empie quasi in giro la caldaia d'acqua (per via di tromba e doccione di legno) e di liscía aluminosa avanzata alle casse di cristallizzazione e raccolta nel zanfone, e poi nello zanfoncino, dove fa capo la tromba; la quale liscía si chiama compagna e maestra della succedente cotta. | Esempio: | E Targ. Viagg. appr.: Gettano altra nuova pasta nella caldaia e seguitano così col medesimo metodo framettendo fra una mutazione e l'altra due o tre ore, finattantochè pare loro che l'acqua della caldaia sia divenuta liscia perfetta, e ben pregna d'allume. | Esempio: | E Targ. Viagg. 10, 250: Come una liscía di zucchero o di altro sale fisso si mescolerebbe e confonderebbe con qualunque sostanza divisa in minime particelle. |
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