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1) Dizion. 4° Ed. .
VERGOGNA
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VERGOGNA.
Definiz: Dolore, e Perturbazione intorno a quelle cose, che pare, che ci apportino disonore ne' mali o passati, o presenti, o futuri. Lat. pudor. Gr. αἰδώς.
Esempio: Tes. Br. 6. 24. La vergogna si è passione, e s'ingenera come la paura, perocchè colui, che si vergogna, sì s'arrossa, e anche tal fiata colui, che ha paura.
Esempio: E Tes. Br. altrove: Vergogna è passion d'anima, e non è virtude.
Esempio: E Tes. Br. altrove: La vergogna nelle cose virtuose vien da viltà d'animo.
Esempio: But. Inf. 1. Vergogna non è altro, che paura di vituperazione.
Esempio: Bocc. nov. 83. 8. La donna, che assai onesta persona era, udendo così dire al marito, tutta di vergogna arrossò.
Esempio: Dant. Inf. 17. Tal divenn'io alle parole porte, Ma vergogna mi fer le sue minacce.
Esempio: E Dan. Inf. 24. E di trista vergogna si dipinse.
Esempio: Cavalc. Frutt. ling. Speranza di salute sì è, quando dopo 'l peccato seguita la vergogna.
Esempio: Serd. stor. 4. 149. Perchè la paura vinse la vergogna, si posero in fuga.
Definiz: §. I. Vergogna, è anche Una certa modestia, alla qual diciamo Rispetto, o Peritanza. Lat. verecundia, modestia. Gr. αἰσχύνη.
Esempio: Amm. ant. 3. 7. 3. Così ne' più giovani vergogna, quasi uno adornamento di natura, è degnamente lodata, la quale in movimento, in portamento, in andare si dee sollicitamente tenere.
Esempio: E Amm. ant. 3. 7. 5. Come bella, e come splendiente gemma di costumi è vergogna.
Esempio: E Amm. ant. 3. 7. 7. Vergogna è madre d'onestà, e maestra d'innocenzia, a' prossimi è cara, e agli stranieri accettevole, in ogni luogo, in ogni tempo porta innanzi a se favorevole volto.
Esempio: Albert. cap. 62. La vergogna è servare onestade nel detto, e nel fatto.
Esempio: Bocc. nov. 98. 19. La tua liberalità è tanta, che vince la mia debita vergogna.
Esempio: Tass. Ger. 2. 17. Muove fortezza il gran pensier, l'arresta Poi la vergogna, e il virginal decor; Vince fortezza, anzi s'accorda, e face Se vergognosa, e la vergogna audace.
Definiz: §. II. Vergogna, per Disonore, Vituperio, Biasimo. Lat. dedecus, infamia, probrum, convicium. Gr. ἀτιμία, δυσφημία.
Esempio: Bocc. nov. 77. 46. Nè potevi incappare in alcuno, che in maggior pena, e vergogna, che questa non ti sia, caduta non fossi.
Esempio: E Bocc. nov. 86. 13. La donna saviamente la sua vergogna, e quella della sua figliuola ricopriva.
Esempio: Petr. son. 206. Che 'l danno è grave, e la vergogna è ria.
Esempio: Fior. S. Franc. 6. Dicendomi vergogna, e vitupero.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 77. La quale avendola fatat, era e mia disgrazia, e mia vergogna.
Definiz: §. III. Vergogna, o Vergogne talora si prende per le Parti vergognose. Lat. pudenda, verenda, genitalia. Gr. τὰ αἰδοῖα.
Esempio: Viagg. Sin. E così alzando i panni, non possono mostrare nulla vergogna di loro, perchè ell'hanno tutti i panni di gamba co' gambuli.
Esempio: Pist. S. Gir. Noè ec. così ebbro si gittò discoperto nella strada ignudo, e mostrava le sue vergogne.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 208. tit. Escene uno (granchio) fuori la notte, e piglia la donna nel luogo della vergogna.
Esempio: Varch. Suoc. 1. 1. Pur beato, che io non ho fatto la mostra delle mie vergogne.
Definiz: §. IV. Far vergogna, Svergognare; e figuratam. Superare di gran lunga. Lat. longe praecellere. Gr. ἐξαιρέτως προέχειν.
Esempio: Bern. rim. 1. 1. I' ho un vin, che fa vergogna al Greco.