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1) Dizion. 5° Ed. .
ENORMITÀ, ENORMITADE e ENORMITATE.
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ENORMITÀ, ENORMITADE e ENORMITATE.
Definiz: Sost. femm. Astratto di Enorme. L'essere enorme, smisurato; riferito così a mole, grandezza, e simili, come a quantità; e figuratam. a spesa, fatica, danno, e simili.
Lat. enormitas.
Definiz: § I. E pur figuratam., riferito ad atto, come colpa, delitto, e simili, vale Straordinaria gravità, Nefandezza.
Definiz: § II. E per Atto o Cosa nefanda, scellerata, Scelleratezza. –
Esempio: Fr. Giord. Pred.: Le nefande enormità che da lui furono operate.
Esempio: Varch. Stor. 3, 270: Questa così orribile ed atroce enormità.... si divulgò in un tratto per tutto.
Esempio: Rucell. Or. Dial. 6, 1, 39: Se il mondo è bello, e se ottimo è il suo Facitore, chi metterà in dubbio lui non modello ingenerato, che sarìa enormità il dirlo, essersi posto d'avanti, ma sì un esemplare sempiterno?
Esempio: Bott. Stor. Ital. 1, 123: Le enormità commesse in Parigi, operando nelle menti più sane, vi avevano un grandissimo odio concitato contro i commettitori di tanti scandali.
Esempio: Giobert. Rinnov. 1, 682: Le quali enormità non sono già licenza di pochi, ma instituto dell'Ordine.
Definiz: § III. Trovasi anche per Qualità che è fuori dell'ordine e delle norme della natura. –
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 1, 19: Nondimeno in ciaschedun caso non debba essere ordinato (l'ermafrodito) per lo difetto ed enormitade.