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Dizion. 5° Ed. .
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DA Definiz: | serve alla relazione di cagione, motivo, ragione, di un dato effetto; ed equivale a Per, A cagione di e simili. E in questa relazione il Da per lo più si usa con l'articolo
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Esempio: | Dant. Purg. 7: Luogo è laggiù, non tristo da martiri, Ma di tenebre, solo ec. | Esempio: | Fr. Bart. Sallust. 198: Salvatico [uno monte] infruttuoso e da natura e da umano lavorío. | Esempio: | Pallad. Agric. 21: È migliore [l'arena], se incontanente cavata si mischi: perocchè stando, o da sole o da acqua o da freddo diventa vana. | Esempio: | Bocc. Decam. 1, 237: Verso un rivo d'acqua chiarissima, il quale d'una montagnetta discendeva in una valle ombrosa da molti arbori,... con lento passo se n'andarono. | Esempio: | Machiav. Princ. 15: Il che non è accaduto dalla poca o molta virtù del vincitore, ma dalla disformità del suggetto. | Esempio: | Guicc. Stor. 4, 177: Da questa tregua s'interroppero tutti i disegni di Lombardia, e tutto il frutto della vittoria di Cremona. | Esempio: | Bemb. Stor. 178 t.: E dalla paura, che egli avea del Concilio incominciato, maravigliosamente si sbigottiva; e dalla cupidigia d'aver Ferrara, nessuna colpa, nessun misfatto intralasciava. | Esempio: | Mont. Iliad. 11, 124: Sentendo Dall'assiduo tagliar cerri ed abeti Stanche le braccia. |
Definiz: | § I. Denota altresì la ragione di una data appellazione. – |
Esempio: | Dant. Parad. 15: Quel da cui si dice Tua cognazione. | Esempio: | Red. Lett. 1, 20: La quale [erba lupa].... è chiamata ancora coda di leone, dalla similitudine che ella ha con la coda di questo animale. | Esempio: | Murat. Gov. Pest. 95: L'intera quarantena è di 40 dì, dal che venne il suo nome. | Esempio: | Lam. Ant. tosc. 2, 397: Da Golfo poi si fece Golfolina, o per un solito allungamento di voce, o dal nome di qualcheduno che fosse possessore di quei contorni. |
Definiz: | § II. Denota anche il fondamento di un giudizio, induzione, ragionamento e simili. – | Esempio: | Dant. Conv. 305: Chè la difinizione della nobiltà più degnamente si faccia dagli effetti, che da' principj; conciossiacosachè essa paia ec. | Esempio: | E Dant. Conv. 320: Appare che, dal desiderio della scienza, la scienza non è da dire imperfetta. | Esempio: | Adr. M. Plut. Vit. 1, 363: Ma se ci venne fatto di convenientemente accoppiarli (Pericle e Fabio Massimo), si potrà giudicare dalla presente scrittura. | Esempio: | Sassett. Fr. Notiz. 30: Nientedimeno da' segnali che [il Vasari] vi pone, d'essere stata (una tavola dipinta) molt'anni all'altare maggiore,... e dal tempo che visse il detto Ugolino,... si vede che ec. |
Definiz: | § III. Dipendente dal verbo Dare e reggente un Infinito, denota subietto, argomento, ed anche occasione, motivo e simili, di far checchessia. – |
Esempio: | Bocc. Decam. 1, 198: La viziosa e lorda vita de' cherici.... dà di sè da parlare, da mordere e da riprendere. | Esempio: | Ar. Comm. 2, 213: Non è tanto pericolo, L'esser beffato e dare altrui da ridere. | Esempio: | Dav. Tac. 1, 318: Ma a Corbulone più dava da fare la poltroneria de' soldati, che la perfidia de' nimici. |
Definiz: | § IV. Nelle locuzioni passive, Da serve a designare la persona o cosa che fa l'azione espressa dal verbo, e corrisponde all'ablativo agente dei Latini. – | Esempio: | Bocc. Decam. 4, 20: Per certo chi non v'ama, e da voi non disidera d'essere amato,... così mi ripiglia. | Esempio: | Bemb. Rim. 54: Io fui dal novo e gran diletto scorta, E da la luce inusitata offesa. | Esempio: | Gell. Capr. Bott. 112: L'operazioni.... che ci son date da natura principalmente per la conservazion nostra. | Esempio: | Car. Lett. fam. 2, 106: Farai la madre antica Cibele tirata dalli suoi leoni. | Esempio: | Tass. Lett. 1, 102: Ma giunsero in modo conci da la pioggia, che gran cosa sarà ch'io gli possa leggere. | Esempio: | Adr. M. Plut. Vit. 1, 260: Abbruciato [un sacello] da' barbari, fu rifatto da Temistocle. | Esempio: | Dav. Tac. 1, 345: Nerone, da tali cose commosso ec. | Esempio: | Fag. Pros. 9: Diede ad intendere di avere un tumore, cagionatogli da umidità. |
Definiz: | § V. In locuzioni oggettive premettesi al nome che fa l'azione denotata dall'Infinito, quando questo dipende dal verbo Fare nel significato di Comandare, Ordinare Operare, o dal verbo Lasciare in senso di Permettere, oppure dai verbi Sentire e Vedere. – |
Esempio: | Dant. Inf. 29: E non vidi giammai menare stregghia Da ragazzo aspettato dal signorso, Nè da colui che mal volentier vegghia. | Esempio: | Guicc. Stor. 4, 66: Assuefattosi a lasciarsi in gran parte portare da coloro, che avrebbero avuto a obbidire ai cenni suoi. | Esempio: | Cecch. Comm. ined. 177: E' non mandere' per voi, e più tosto Vel fare' dir da qualche amico. | Esempio: | E Cecch. Comm. ined. 278: E che sa' tu di queste cose, chiacchiera? M. Hollo sentito dir da tutto il popolo. |
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