Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
DA
Apri Voce completa

pag.4


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
DA
Dizion. 3 ° Ed.
DA'
Dizion. 3 ° Ed.
DA
DA
Definiz: serve alla relazione di cagione, motivo, ragione, di un dato effetto; ed equivale a Per, A cagione di e simili. E in questa relazione il Da per lo più si usa con l'articolo –
Esempio: Dant. Purg. 7: Luogo è laggiù, non tristo da martiri, Ma di tenebre, solo ec.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 198: Salvatico [uno monte] infruttuoso e da natura e da umano lavorío.
Esempio: Pallad. Agric. 21: È migliore [l'arena], se incontanente cavata si mischi: perocchè stando, o da sole o da acqua o da freddo diventa vana.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 141: Alcune [viti sono] che 'l frutto suo dal melume perdono.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 237: Verso un rivo d'acqua chiarissima, il quale d'una montagnetta discendeva in una valle ombrosa da molti arbori,... con lento passo se n'andarono.
Esempio: Machiav. Princ. 15: Il che non è accaduto dalla poca o molta virtù del vincitore, ma dalla disformità del suggetto.
Esempio: Guicc. Stor. 4, 177: Da questa tregua s'interroppero tutti i disegni di Lombardia, e tutto il frutto della vittoria di Cremona.
Esempio: Bemb. Stor. 178 t.: E dalla paura, che egli avea del Concilio incominciato, maravigliosamente si sbigottiva; e dalla cupidigia d'aver Ferrara, nessuna colpa, nessun misfatto intralasciava.
Esempio: Mont. Iliad. 11, 124: Sentendo Dall'assiduo tagliar cerri ed abeti Stanche le braccia.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 123: Moribondi dalla noia.
Definiz: § I. Denota altresì la ragione di una data appellazione. –
Esempio: Dant. Parad. 15: Quel da cui si dice Tua cognazione.
Esempio: Red. Lett. 1, 20: La quale [erba lupa].... è chiamata ancora coda di leone, dalla similitudine che ella ha con la coda di questo animale.
Esempio: Murat. Gov. Pest. 95: L'intera quarantena è di 40 dì, dal che venne il suo nome.
Esempio: Lam. Ant. tosc. 2, 397: Da Golfo poi si fece Golfolina, o per un solito allungamento di voce, o dal nome di qualcheduno che fosse possessore di quei contorni.
Definiz: § II. Denota anche il fondamento di un giudizio, induzione, ragionamento e simili. –
Esempio: Dant. Conv. 305: Chè la difinizione della nobiltà più degnamente si faccia dagli effetti, che da' principj; conciossiacosachè essa paia ec.
Esempio: E Dant. Conv. 320: Appare che, dal desiderio della scienza, la scienza non è da dire imperfetta.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 363: Ma se ci venne fatto di convenientemente accoppiarli (Pericle e Fabio Massimo), si potrà giudicare dalla presente scrittura.
Esempio: Sassett. Fr. Notiz. 30: Nientedimeno da' segnali che [il Vasari] vi pone, d'essere stata (una tavola dipinta) molt'anni all'altare maggiore,... e dal tempo che visse il detto Ugolino,... si vede che ec.
Definiz: § III. Dipendente dal verbo Dare e reggente un Infinito, denota subietto, argomento, ed anche occasione, motivo e simili, di far checchessia. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 198: La viziosa e lorda vita de' cherici.... dà di sè da parlare, da mordere e da riprendere.
Esempio: Ar. Comm. 2, 213: Non è tanto pericolo, L'esser beffato e dare altrui da ridere.
Esempio: Dav. Tac. 1, 318: Ma a Corbulone più dava da fare la poltroneria de' soldati, che la perfidia de' nimici.
Definiz: § IV. Nelle locuzioni passive, Da serve a designare la persona o cosa che fa l'azione espressa dal verbo, e corrisponde all'ablativo agente dei Latini. –
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 109: Dallo Spirito Santo spirati parlavano li santi uomini di Dio.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 20: Per certo chi non v'ama, e da voi non disidera d'essere amato,... così mi ripiglia.
Esempio: Bemb. Rim. 54: Io fui dal novo e gran diletto scorta, E da la luce inusitata offesa.
Esempio: Gell. Capr. Bott. 112: L'operazioni.... che ci son date da natura principalmente per la conservazion nostra.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 106: Farai la madre antica Cibele tirata dalli suoi leoni.
Esempio: Tass. Lett. 1, 102: Ma giunsero in modo conci da la pioggia, che gran cosa sarà ch'io gli possa leggere.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 260: Abbruciato [un sacello] da' barbari, fu rifatto da Temistocle.
Esempio: Dav. Tac. 1, 345: Nerone, da tali cose commosso ec.
Esempio: Fag. Pros. 9: Diede ad intendere di avere un tumore, cagionatogli da umidità.
Definiz: § V. In locuzioni oggettive premettesi al nome che fa l'azione denotata dall'Infinito, quando questo dipende dal verbo Fare nel significato di Comandare, Ordinare Operare, o dal verbo Lasciare in senso di Permettere, oppure dai verbi Sentire e Vedere. –
Esempio: Dant. Inf. 29: E non vidi giammai menare stregghia Da ragazzo aspettato dal signorso, Nè da colui che mal volentier vegghia.
Esempio: Guicc. Stor. 4, 66: Assuefattosi a lasciarsi in gran parte portare da coloro, che avrebbero avuto a obbidire ai cenni suoi.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 177: E' non mandere' per voi, e più tosto Vel fare' dir da qualche amico.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 278: E che sa' tu di queste cose, chiacchiera? M. Hollo sentito dir da tutto il popolo.