Lessicografia della Crusca in rete

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AGGIUNTO.
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AGGIUNTO.
Definiz: Partic. pass. di Aggiungere. −
Esempio: Bocc. Decam. 8, 39: Con loro aggiuntosi Nello, con Calandrino se ne tornarono a casa.
Definiz: § I. E in forma d'Add. −
Esempio: Salvin. Lament. Ger. 15: Opprobrio e scherno al tuo meschin servaggio Vedesti aggiunto.
Definiz: § II. Per Congiunto. −
Esempio: Ar. Orl. fur. 42, 71: Costui dopo il saluto, con bel modo Gli domandò se aggiunto a moglie fosse.
Definiz: § III. Per Acchiappato, Preso. −
Esempio: Bocc. Amet. 6 t.: Rade erano quelle [fiere], che.... nelle sue reti incappate, in breve da lui [non] si trovassero aggiunte.
Definiz: § IV. Per Accoppiato, Unito insieme, detto delle mani, che più comunemente dicesi Giunto. −
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. R. 2: Così mi posi allora in ginocchione, Le mani aggiunte, e con fermo disio.
Definiz: § V. Aggiunto, in forza di Sost., per Persona aggiunta, che anche dicesi Arroto. −
Esempio: Cap. Comp. Orsam. 2, 6: Possano li capitani fare richiedere ed adunare il loro Consiglio per li fatti della Compagnia quante volte vorranno, e chiamare altri aggiunti, di quelli de la Compagnia.
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 536: Quelli che si traggono a sorta per succedere in mancanza o in assenza ai principali uffiziali già tratti, e si dicono ancora arroti, cioè aggiunti.
Definiz: § VI. Pure in forza di Sost. è anche Termine de' Grammatici, che così chiamano quell'Adiettivo, che sta a denotare alcuna qualità accidentale del Sostantivo; e vale lo stesso che Aggiuntivo. −
Esempio: Cavalcant. B. Rettor. 280: Puossi trarre l'aggiunto sì da cose cattive e brutte, sì dalle contrarie a quelle.
Esempio: Borgh. V. Lett. IV, 4, 275: Arà l'occhio [il buon dicitore],.... che o per troppo nuovi epiteti, che pur potremmo dire aggiunti,.... non cada nel vizio molto vicino e pericoloso.
Esempio: Salv. Avvert. 2, 100: Estimerebbe forse alcuno, che questi nomi di podestà e di grado, che sostantivi abbiam posti, fossono pur anch'eglino aggiunti.
Esempio: Baldin. Voc. Dis. 139, 1: Rustico.... dassi da' nostri artefici per aggiunto a quell'ordine d'architettura, che è più nano, di maggior grossezza degli altri ordini.
Definiz: § VII. Aggiunto che, usato avverbialm., vale Stante che, Per la ragione che, Tanto più che. −
Esempio: Bemb. Lett. 1, 306: Io non debbo occuparvi soverchiamente, aggiunto che io sono in quest'opera naturalmente assai ben pigro.
Esempio: Tass. Lett. 44: Nondimeno, aggiunto che il dubbio vostro mi messe un'altra considerazione, io ne scrissi al signor Bonamico in villa.