Lessicografia della Crusca in rete

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Definiz: in luogo di PER. Gr. ἐπί, πρός.
Esempio: Bocc. nov. 15. 25. Io non so a che io mi tengo, che io non vegna laggiù.
Esempio: E Bocc. nov. 54. 3. E sì gli mandò dicendo che a cena l'arrostisse, e governassela bene.
Esempio: E Bocc. nov. 76. 16. Tu avevi quinci una giovinetta, che tu tenevi a tua posta.
Esempio: E Bocc. nov. 77. 13. Or mi bacia ben mille volte a veder, se tu di' vero.
Esempio: E Bocc. nov. 79. 38. Mi metterò la roba mia dello scarlatto, ec. a vedere se la brigata si rallegrerà.
Esempio: E Bocc. nov. 98. 14. L'avrebbe egli a se amata più tosto, che a te.
Esempio: M. V. 1. 32. Caro figliuolo, se voi amavate d'avere a dama questa damigella, voi non ne dovevate tener bargagno.
Esempio: Tav. rit. G. S. Ne furono assai allegri, da poi che l'ebbono a signore.
Esempio: Petr. canz. 47. 4. Ed ella: a che pur piangi, e ti distempre?
Esempio: Dant. Purg. 29. E, quanto a mio avviso, Diece passi distavan que' di fuori.
Esempio: E Dan. Inf. 7. Che permutaste a tempo li ben vani, Di gente in gente, e d'uno in altro sangue.
Esempio: G. V. 5. 3. 2. Federigo andò a Vinegia al detto Papa, e gittóglisi a' piedi a misericordia.
Esempio: Nov. ant. 78. 1. E quegli a baldanza del signore sì il battéo villanamente.
Esempio: E N. ant. Nov. 74. 2. Molte volte si conduce l'uomo a ben fare a speranza di merito.
Esempio: Sen. Pist. 54. Non terresti tu a molto folle colui, ec.