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Dizion. 5° Ed. .
COMPLEMENTO.
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COMPLEMENTO. Definiz: | Sost. masc. Ciò che serve a rendere checchessia compiuto ed intero nell'esser suo; ed è voce più propria del linguaggio dei Geometri. |
Dal lat. complementum. – Esempio: | Manfred. Elem. Geom. 19: Avremo diviso il parallelogrammo AD in quattro parallelogrammi, due che saranno intorno alla suddetta diagonale, cioè AE, ED, e due altri, per li quali non passerà la diagonale, cioè CE, EB: questi due ultimi si chiamano complementi. | Esempio: | E Manfred. Elem. Geom. 147: Compimento o complemento d'un arco o d'un angolo è la differenza di esso arco o angolo del quadrante, o sia dell'angolo retto, cioè di gradi nonanta. | Esempio: | Grand. Elem. Eucl. 35: In ogni parallelogrammo ABCE, condotto il diametro AC, e per qualunque punto G di esso condotte le rette IGF, HGK parallele a' lati AB, BC, saranno li parallelogrammi BIGK, HGFE (che si chiamano complementi) tra di loro uguali. |
Definiz: | § I. E Term. degli Aritmetici, dicesi Quel numero che bisogna aggiungere a un altro numero dato, per avere l'unità esatta dell'ordine immediatamente superiore a questo. |
Definiz: | § II. Avere complemento o Dare complemento, si disse, nel linguaggio dei Mercanti, per Avere o Dare autorità di obbligare l'intero corpo della ragione: e quindi figuratam., per Avere o Dare piena facoltà di far checchessia. – |
Esempio: | Car. Lett. ined. 2, 180: Perchè avendo complemento [Piero Strozzi] di far da vero, credo che si vedrebbe un bel giuoco; dove che se si va tentennando, molti non s'arrischieranno di scoprirsi. |
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