Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
COMPLEMENTO.
Apri Voce completa

pag.267


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 5 ° Ed.
COMPLEMENTO.
Definiz: Sost. masc. Ciò che serve a rendere checchessia compiuto ed intero nell'esser suo; ed è voce più propria del linguaggio dei Geometri.
Dal lat. complementum. –
Esempio: Manfred. Elem. Geom. 19: Avremo diviso il parallelogrammo AD in quattro parallelogrammi, due che saranno intorno alla suddetta diagonale, cioè AE, ED, e due altri, per li quali non passerà la diagonale, cioè CE, EB: questi due ultimi si chiamano complementi.
Esempio: E Manfred. Elem. Geom. 147: Compimento o complemento d'un arco o d'un angolo è la differenza di esso arco o angolo del quadrante, o sia dell'angolo retto, cioè di gradi nonanta.
Esempio: Grand. Elem. Eucl. 35: In ogni parallelogrammo ABCE, condotto il diametro AC, e per qualunque punto G di esso condotte le rette IGF, HGK parallele a' lati AB, BC, saranno li parallelogrammi BIGK, HGFE (che si chiamano complementi) tra di loro uguali.
Esempio: Agn. Inst. Anal. 2, 478: Il seno del complemento sarà nullo.
Definiz: § I. E Term. degli Aritmetici, dicesi Quel numero che bisogna aggiungere a un altro numero dato, per avere l'unità esatta dell'ordine immediatamente superiore a questo.
Definiz: § II. Avere complemento o Dare complemento, si disse, nel linguaggio dei Mercanti, per Avere o Dare autorità di obbligare l'intero corpo della ragione: e quindi figuratam., per Avere o Dare piena facoltà di far checchessia. –
Esempio: Car. Lett. ined. 2, 180: Perchè avendo complemento [Piero Strozzi] di far da vero, credo che si vedrebbe un bel giuoco; dove che se si va tentennando, molti non s'arrischieranno di scoprirsi.