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1) Dizion. 5° Ed. .
ANGELA e ANGIOLA
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ANGELA e ANGIOLA.
Definiz: Femm. di Angelo ed Angiolo; e dicesi comunemente di donna, che per bellezza o per virtù paia degna d'esser paragonata agli angeli.
Dal bass. lat. angela. –
Esempio: Dant. Rim. 188: L'umil pensiero, che parlar mi suole D'un'angiola, che 'n cielo è coronata.
Esempio: E Dant. Vit. nuov. 57: Egli mi comandava molte volte ch'io cercassi per vedere quest'angiola giovanissima.
Esempio: S. Cat. Lett. 2, 129: Ella è perfetta angela terrestre in questa vita.
Esempio: Cont. Rim. ined. 26: E la mia mente a contemplar s'avvezza Un'angela dal ciel scesa e partita A darmi pace.
Definiz: § I. E detto di alcune figure di angeli, rappresentati in forma di femmine. –
Esempio: Cellin. Vit. 61: Contuttochè si chiamino angeli, mirate che v'è ancora delle angiole.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 395: Giovanni da S. Giovanni, pittor di bell'umore, dipinse un'angiola nello a fresco dirimpetto alla porta romana.
Definiz: § II. E usato adiettivam. significa una specie di Uva angela. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 102: Andassono a potare certe sue pergole d'uve angiole, e verdoline, e sancolombane.
Esempio: Soder. Coltiv. 119: Altre ce ne ha;.... e queste sono ancora di tre volte e di cinque, e l'uva angela, e zibibo bianco e nero.