Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
FINALE.
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FINALE.
Definiz: Add. Che riferiscesi alla fine, o Che include la fine di checchessia; Ultimo, Estremo.
Dal basso lat. finalis, che però vale Riferentesi al fine, all'intendimento, di un'azione. –
Esempio: Liv. Dec. III. S. R. 20: Allo stremo del pericolo e presso che al finale disfacimento si pervenne.
Esempio: Salvin. Odiss. 87: Che chiedendo Le nozze, nè altrove praticando, Quest'ultima e final vece or non cenino!
Esempio: E Salvin. Annot. Tanc. 536: I musici premono nel fare spander la voce; e i maestri di recitare, in far sentire le sillabe finali.
Esempio: Giobert. Ges. mod. 3, 286: Esso è, per così dire, un saggio dello stato finale e sopramondano delle esistenze, che l'onnipotenza creatrice fa pregustare agli uomini costituiti ancora nel corso della vita cosmica.
Esempio: Capp. Econ. 381: E mal guadagno farebbe nel conto finale, perchè al lavoratore abbondano i modi invisibili a compensarsi della ingiustizia (qui in locuz. figur.).
Definiz: § I. E detto di atto finale, contratto finale, sentenza finale, e simili, vale Terminativo, Conclusivo, Definitivo. –
Esempio: Bocc. Decam. 6, 30: Questa è quistion da te,... e perciò farai, quando finite sieno le nostre novelle, che tu sopr'essa dei (dia) sentenzia finale.
Esempio: Pucc. A. Centil. 60, 16: Final sentenza.... Contro al Bavero diede.
Esempio: Alton. Sold. 16: Venendo adesso a dimostrare l'ordine per formare battaglie, cominciando in prima dalle semplici ed ordinarie, con venire a dimostrarne variate forme, per condursi con atto finale a cimento per venire a giornata.
Esempio: Segner. Mann. magg. 13, 5: E sarà quel giudizio così finale, in cui ciascuno saprà tutti gli errori ch'egli avrà tolti nel giudicare de gli altri.
Esempio: Buondelm. G. Guerr. giust. 21: Sia obbligatoria, se se n'eccettui un trattato finale di pace.
Definiz: § II. E detto particolarmente di battaglia o giornata, vale Decisivo. –
Esempio: Alton. Sold. Ded.: In fine, doppo tanto giornate finali, nelle quali nessuno, per valoroso che sia, li è potuto passare avanti, ec.
Esempio: E Alton. Sold. 123: Venendo solo a dire, che per combattere a giornata finale, stia bene di fare tre corpi, ec.
Definiz: § III. Finale, vale altresì, Del fine, Che risguarda il fine, ossia lo scopo, l'oggetto, ultimo dell'agente; ovvero Che è fine o scopo ultimo delle creature. –
Esempio: Dant. Conv. 284: Intra operarj e artefici di diverse arti e operazioni, ordinati a una operazione o arte finale, l'artefice, ovvero operatore di quella, massimamente dee essere da tutti obbedito e creduto, siccome colui che solo considera l'ultimo fine di tutti gli altri fini.
Esempio: E Dant. Conv. appr.: A vedere come Aristotile è maestro e duca della ragione umana, in quanto intende alla sua finale operazione, si conviene sapere che questo nostro fine che ciascuno disia naturalmente, antichissimamente fu per li savj cercato.
Esempio: E Dant. Conv. 357: Conciossiacosachè essa [felicità] sia finale nostro riposo, per lo quale noi vivemo e operiamo ciò che facemo, utilissimo e necessario è questo segno vedere, per dirizzare a quello l'arco della nostra operazione.
Esempio: Panzier. Tratt. 26 t.: La quale si risponde al suo presente stato, od alla sua finale vocazione.
Esempio: Capp. Lez. 266: Per risfrignere.... questo discorso al suo finale subietto.
Definiz: § IV. Aggiunto di cagione finale o di causa finale, è Term. del Linguaggio filosofico, e vale Che muove l'agente ad operare, A cui, come a fine, della propria operazione, intende l'agente: e si distingue dalla materiale, formale, efficiente, agente, ec. –
Esempio: Dant. Conv. 145: E dico la final cagione incontanente, perchè lassù io saliva pensando, quando dico: Ove una donna glorïar vedìa, a dare a intendere ch'io era certo, e sono per sua graziosa relazione, che ella era in cielo.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 1, 52: Ora passeremo con piede asciutto.... com'ella s'acquista e trova (la filosofia), e del fine o vero cagione finale di filosofare.
Esempio: But. Com. Dant. 1, 6: Le cagioni, che sono da investigare nelli principj delli autori, sono quattro; cioè cagione materiale, formale, efficiente e finale.
Esempio: Gell. Lez. 395: E perchè ogni agente, secondo la dottrina sua (di Aristotile), opera per il fine, fu oltre a di questo aggiunta da lui un'altra cagione chiamata finale.
Esempio: E Gell. Lettur. 2, 98: Allora solo noi sappiamo e pensiamo di intendere le cose, quando noi conosciamo ed intendiamo le lor cause, le quali, riducendo egli di poi per maggior facilità a quattro, le chiama materiale, formale, agente e finale.... Finale, quella che ne dimostra per qual fine esso agente si movesse, operando sempre ciascuno per il fine.
Esempio: Piccolom. Filos. nat. I, 25 t.: Causa finale.... niente altro s'intende che sia se non quell'utile o ver quel bene apparente, per cui s'induce e si muove ogni operante nell'azion sue per non operare indarno.
Esempio: Tass. Lett. 2, 19: Non solo come cagion finale e conservatrice del mondo, ma come facitore ancora di tutte le cose.
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 10: Final cagione è quella, per la quale colui che ha fatto quella cosa, si messe a farla; come la cagion finale del fabbricar la casa, fu il ripararsi dal freddo e dal sole.
Esempio: Segner. Incred. 25: Tolta che siasi la cagion facitrice di alcuna cosa,... nè vi è più la finale, per la qual facciasi; nè vi è la materiale, costitutiva di cosa fatta; nè la formale, ec.
Definiz: § V. E detto d'intenzione finale, vale Che intende a checchessia, come ad ultimo fine dell'operazione; Ultimo. –
Esempio: Albert. Piag. Boez. 8: La sua finale intenzione è di disciplinare, e perducere l'animo dell'uomo a questa letizia.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 143: Onde l'amore e la finale intenzione si dee tutta porre in lui (Dio), come nel fine.
Definiz: § VI. E figuratam., parlandosi di cose inanimate. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 44: La finale ed ultima intenzion delle foglie è a coprimento de' frutti.
Definiz: § VII. Vale altresì Che dura, Che persiste, sino alla fine. –
Esempio: S. Antonin. Lett. 41: La quale continuità nel peccato finale detta è bestegna (bestemmia) nello Spirito santo.
Esempio: Segner. Mann. ag. 5, 7: Questa è la salute: la perseveranza finale, che ti fa salvo.
Esempio: E Segner. Crist. instr. 2, 138: Questa durezza di cuore va a terminare in una impenitenza finale.
Definiz: § VIII. E detto di prigione finale o simile, trovasi per Perpetuo. –
Esempio: Colonn. Guid. N. 541: E perciò fece egli pigliare Telemaco suo figliuolo, e metterlo in finale prigione.
Definiz: § IX. Detto di giorno finale o finale, vale Estremo, Ultimo, del mondo; e detto di giudizio finale, vale Che sarà fatto da Dio alla fine del mondo. –
Esempio: Domin. Gov. Fam. 81: Promettendole le sarebbe renduto più bello [il corpo] al dì finale.
Esempio: Lanz. Stor. pitt. 5, 204: Figura confacentesi al final giudizio, il cui terrore inculcava il beato Marco nelle sue prediche.
Definiz: § X. Finale, in forza di Sost. masc. Quella parte del melodramma, con la quale si termina un atto, o tutto il melodramma; e intendesi così della musica, come della poesia. –
Esempio: Fag. Rim. 1, 32: E questa furia ancora me sorprese, Che prologo e finale ebbi a comporre.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 19: Qui cosa abbiamo? il finale, l'arietta; Scioccherie, cose inutili, fogliacci.
Definiz: § XI. E per La fine, La chiusa, di un sonetto, di un epigramma, o simile componimento poetico. –
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 239: Cosa in que' tempi oltremirabile si è, che la chiusa o finale del medesimo [epigramma],... è dal Petrarca puntualmente imitata.
Definiz: § XII. Dicesi pure Quel fregio di legno dorato o inargentato, o di ottone, in forma per lo più di una lancia, di una freccia o di un pomo, che si mette per ornamento alle estremità de' bastoni da tende, o in cima alle colonne dei letti: ed usasi più spesso nel plurale.
Definiz: § XIII. E Finali diconsi dai Tipografi Quei fregi o emblemi, che si mettono in fine di uno stampato.
Definiz: § XIV. Finale in forza di Sost. femm. La sillaba o Le sillabe finali, La terminazione, di una parola. –
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 121: Mi diceva che bisognava far sentire le finali, tanto nel recitare, che nel cantare.