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1) Dizion. 4° Ed. .
LORO.
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LORO.
Definiz: Particella, che si usa ne' casi obbliqui di Egli, e di Ella nel maggior numero, riferente perciò così maschio, come femmina; e si adopera col segno del caso, o espresso, o sottinteso, benchè di ciò diverse regole si assegnino da' maestri, delle quali v. il Cinon.
Esempio: Bocc. intr. 31.Li nomi delle quali io in propria forma racconterei, se giusta cagione da dirlo non mi togliesse, la quale è questa, che io non voglio, che per le raccontate cose da loro, che seguono, e per l'ascoltate nel tempo avvenire, alcuna di loro possa prender vergogna.
Esempio: E Bocc. 38. Faccendosi a credere, che quello a lor si convenga, e non si disdica, che all'altre.
Esempio: E Bocc. nov. 17. 61. Ma nè io da loro fui intesa, nè io loro intesi.
Esempio: E Bocc. g. 3. p. 3. Venne il discreto Siniscalco, e loro con preziosissimi confetti, ed ottimi vini ricevette, e riconfortò.
Esempio: E Bocc. g. 7. p. 2. Nè era ancor lor paruto alcuna volta tanto gaiamente cantar gli usignoli.
Definiz: §. I. Se ne segue la particella CHE, o simile, si usa Loro, per Coloro.
Esempio: Bocc. nov. 38. 17. E loro, li quali amor vivi non aveva potuto congiugnere, la morte congiunse.
Esempio: Petr. cap. 11. Di lor par più, che d'altri invidia s'abbia, Che per se stessi son levati a volo.
Definiz: §. II. Coll'articolo del singolare avanti, non dependente da altro nome, vale Roba, Avere, o simili.
Esempio: G. V. 12. 54. 1. E la cagione fu, che eglino avieno messo ec. il loro, e l'altrui nel Re Adoardo d'Inghilterra.
Esempio: Segn. Pred. 2. 3. Non vi sono amici per donarvi del loro.