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DEDOTTO, e poeticam$. DEDUTTO.
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DEDOTTO, e poeticam. DEDUTTO.
Definiz: Partic. pass. di Dedurre.
Lat. deductus. –
Esempio: Instr. Cancell. 6, 276: Ancora vi noterà [il camarlingo] distintamente a quanto per lira dovrà riscuotere da i descritti, dedotti i godimenti, e da i non descritti, aggiuntovi la porzione di detti godimenti.
Esempio: Mont. Iliad. 14, 40: L'altre [carene], che prima lo toccar ('l lido), dedotte Più dentro alla pianura, eran le navi A cui dintorno fu costrutto il muro.
Definiz: § I. E in forma d'Add. Desunto, Ricavato. –
Esempio: Segner. Op. 4, 520: Più vergognosa è poi l'altra scusa dedotta dal non sapere.
Esempio: Manfred. Inst. astron. 264: Queste variazioni de' diametri apparenti seguono esattamente la ragione inversa delle distanze dalla terra, dedotte dalle misure di questa ipotesi.
Esempio: Buondelm. G. Guerr. giust. 7: Regole anteriori allo stabilimento della civil società, regole finalmente dedotte da quel fecondo principio, che Sociabilità universale si appella.
Esempio: Cocch. Asclep. C. 3: Asclepiade fu in questo più accorto, essendosi contentato di stabilire, tra i pochi suoi principj dedotti dall'osservazione dei fenomeni, la già detta forza.
Esempio: Riccat. V. Dial. Forz. 33: Comunque le conclusioni dedotte sien chiare e legittime, pure vi prego a liberarmi da un dubbio.
Definiz: § II. Detto di voci, vocaboli, e simili, vale Tolto, Tratto, da altra lingua, da altra voce, da qualità, e simili. –
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 116: Sono adunque nomi denominativi, dedotti dalla cagione efficiente.
Esempio: Magal. Lett. 54: Ne sono uscito nella prima lettera con quella infilzata di etimologie dedotte da lingue orientali.
Esempio: Lanz. Sagg. Ling. etrusc. 1, 120: Oltre il cognome preso dall'avo, e comune alla famiglia, n'ebbe un altro suo proprio, dedotto verisimilmente dalla bellezza della chioma.
Definiz: § III. Per Derivato, Originato. –
Esempio: Dant. Parad. 20: Ora conosce come il mal, dedutto Dal suo bene operar, non gli è nocivo, Avvegna che sia il mondo indi distrutto.
Definiz: § IV. E poeticam. per Preparato, Ridotto, Condotto a ricevere una data forma. –
Esempio: Dant. Parad. 13: Se fosse appunto la cera dedutta, E fosse il cielo in sua virtù suprema, La luce del suggel parrebbe tutta.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 397: Dedutta; cioè menata e fatta molle, acciò che ricevesse la impressione del suggello.