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1) Dizion. 4° Ed. .
RECARE.
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RECARE.
Definiz: Condurre di luogo a luogo; ma si dice solamente di quelle cose, che da più lontano luogo s'avvicinano dove noi siamo, o dove d'essere facciam ragione, usandosi oltre al sentim. att. anche nel signific. neutr. pass. Lat. afferre. Gr. ἐπιφέρειν.
Esempio: Bocc. nov. 49. 8. Io andrò per esso, e sì il ti recherò.
Esempio: E Bocc. nov. 72. 6. Non t'esca di mente di dir loro, che mi rechin quelle gombine per li coreggiati miei.
Esempio: E Bocc. num. 9. Se voi mi prestate cinque lire ec. io ricoglierò dall'usuraio la gonnella mia del perso, e lo scaggiale da i dì delle feste, che io recai a marito.
Esempio: E Bocc. num. 11. Ecco tu non mi credi, ch'io te li rechi.
Esempio: E Bocc. nov. 73. 19. E quivi scaricate le molte pietre, che recate avea, niquitoso corse verso la moglie.
Esempio: E Bocc. nov. 79. 35. Ella allora soavemente si moverà, e recheravvene a noi.
Esempio: E Bocc. nov. 100. 21. Comandatemi, che io quella dote me ne porti, che io ci recai.
Esempio: E Bocc. num. 22. In premio della mia verginità, ch'io ci recai, e non ne la porto.
Esempio: G. V. 9. 299. 1. Recossene la campana del comune d'Artimino.
Esempio: Dant. Inf. 31. Recasti già mille lion per preda.
Esempio: E Dan. Purg. 26. Donna è di sopra, che n'acquista grazia, Perchè 'l mortal nel vostro mondo reco.
Esempio: Petr. son. 222. Non chi recò con sua vaga bellezza In Grecia affanni, in Troia ultimi stridi.
Definiz: §. I. Recare, per Disporre, Indurre. Lat. impellere, convertere. Gr. ἐπάγειν.
Esempio: Bocc. nov. 19. 11. Io mi crederrei in brieve spazio di tempo recarla a quello, che io ho già dell'altre recate.
Esempio: E Bocc. nov. 30. 7. Perchè s'avvisò, come sotto spezie di servire a Dio lei dovesse recare a' suoi piaceri.
Esempio: E Bocc. nov. 69. 11. Per partito aveva preso, che se ella a lui ritornasse, di fare altra risposta, e del tutto recarsi a compiacere alla donna.
Esempio: E Bocc. num. 27. Si recherebbe a farlo davanti agli occhi vostri.
Esempio: Liv. dec. 3. In se gli animi de' cittadini, e de' compagni recò.
Definiz: §. II. Recare, per Ridurre. Lat. redigere. Gr. καθιστάναι.
Esempio: G. V. 9. 288. 1. Si trassero ec. venticinque schiatte de' nobili di contado, e recargli a popolo.
Esempio: E G. V. 10. 203. 3. Recando tutte le genti vicine, e ville dintorno ad abitarla.
Esempio: E G. V. 11. 132. 4. Noi ne sentimmo tanto in Ferrara, quando si recò il mercato a centottantamila.
Esempio: E G. V. num. 5. L'oste de' Pisani, ov'era a tre campi, si recarono ad uno (cioè: si riunirono)
Esempio: Cavalc. Med. cuor. Le tribulazioni son molte, ma possonsi comunemente recare, e riferire a tre.
Esempio: Stor. Eur. 2. 47. Arrigo di Sassonia ec. avendo lungamente guerreggiato con gli Schiavi suoi vicini, gli aveva recati a quello, che non potevano più mantenersi, nè difendersi più da lui.
Esempio: Cron. Morell. 246. Assai cose isconce di parole, e di fatti fra loro limitava, e recava a pace, e concordia.
Esempio: E Cron. Mor. 320. Colla forza nostra noi gli avevamo recati a quello, che non poteano più, e aveano perduto del loro contado alcune castella.
Esempio: Vit. SS. Pad. 2. 173. Un buon uomo aveva una sua possessione bella, e fruttifera, e per negrigenzia la lasciava insalvatichire ec. e dopo alcun tempo volendola recare allo stato di prima, disse ec.
Definiz: §. III. Recare, per Rapportare, Riferire. Lat. referre. Gr. ἀναφέρειν.
Esempio: Bocc. nov. 79. 30. Nè gauri dopo queste novelle gli recarono i dipintori, ch'egli era per ricevuto.
Definiz: §. IV. Recare ad effetto, vale Effettuare. Lat. efficere, perficere. Gr. ἐπιτελεῖν, διαπράττεσθαι.
Esempio: Bocc. nov. 62. 12. Ad effetto recò il giovenil disiderio.
Definiz: §. V. Recare a niente, o Recare a distruzione, vale Annullare, Distruggere, Consumare. Lat. ad nihilum redigere. Gr. ἀμαυροῦν, τὸ μηδὲν ποιεῖσθαι.
Esempio: G. V. 9. 19. 4. Non dimorò Re, ma piuttosto Federigo, che a distruzione il recò.
Esempio: E G. V. 10. 7. 2. Tutti li grandi baroni, e la Reina, e 'l figliuolo recati a niente.
Definiz: §. VI. Recare in uno, o in una, vale Accomunare. Lat. in medium conferre. Gr. εἰς μέσον συμβάλλειν.
Esempio: Bocc. nov. 33. 8. Dove voi vogliate recare le vostre ricchezze in uno, e me far terzo posseditore con voi insieme di quelle.
Esempio: G. V. 1. 26. 2. Ma i detti le recaro in una a modo di città.
Definiz: §. VII. Recar d'una lingua in un'altra, vale Traslatare, Tradurre. Lat. vertere. Gr. μεθερμηνεύειν.
Esempio: Morg. 19. 152. Tradotto poi 'n Arabica, e 'n Caldea, Poi fu recato in lingua Soriana.
Esempio: Ovvid. Pist. Questo libro recai di grammatica in volgar Fiorentino a vostra istanza.
Definiz: §. VIII. Recare a volgare, o in volgare, vale Volgarizzare. Lat. in vernaculam linguam convertere. Gr. μεθερμηνεύειν.
Esempio: Vend. Crist. 83. Volendo a pitizione, e per divozione di certe divote persone recare a volgare comune, e divoto, e chiaro lo divoto libro degli Atti degli Apostoli.
Esempio: Vit. SS. Pad. 1. 1. Considerando io, che fra tutti i libri, ch'io mai trovassi, quel libro divotissimo, che si chiama Vita patrum, contiene bellissimi esempli, ed eccellenti della perfetta vita de' santi antichi Padri ec. hollo ec. recato in volgare.
Definiz: §. IX. Recare a fine, a perfezione ec. vagliono Dar fine, Finire, Terminare, Perfezionare. Lat. finem imponere. Gr. ἐπιτελεῖν.
Esempio: Guid. G. Priegano, che diano tutto l'aiuto, e 'l consiglio, ch'e' possono, per recare a fine sì grande fatto.
Esempio: Bocc. vit. Dant. 225. Così grande, così escogitata impresa ec. in picciolo spazio avere al suo fine recata.
Esempio: Vit. SS. Pad. 2. 70. Come la gallina se non persevera di covare l'uova, ma lievasene innanzi ad ora, non genera li pulcini, così lo monacao raffredderà, e non recherà a perfezione li buoni proponimenti se si muta spesso di luogo.
Definiz: §. X. Recare a un dì, si dice del Fare il conto di tutto quello, di che un fosse debitore, e dovesse pagarlo in più termini, e volesse pagare anticipatamente.
Definiz: §. XI. Recare a un dì, vale anche Consumare, o Dissipare in breve tempo tutto quello, che dovrebbe bastare per tutto 'l corso della vita.
Esempio: Lasc. rim. madr. 16. Che tu recasti ogni cosa a un dì.
Definiz: §. XII. Recare in desolazione, vale Disolare. Lat. desolare. Gr. ἐριμοῦν ἐρημοῦν.
Esempio: M. V. 10. 46. Percosse la Lombardía, e prima Como, e Pavía, con tanta rovina, che quasi le recò in desolazione.
Definiz: §. XIII. Recare a luce, vale Palesare, Manifestare. Lat. in lucem mittere, vulgare. Gr. δημοσιεύειν.
Esempio: Bocc. lett. Pin. Ross. 276. L'ambizione degli animi non temperati trovò le ricchezze, e recolle a luce, avendole come superflue nelle profondissime interiora della terra la natura nascoste.
Definiz: §. XIV. Recare ad oro, lo stesso, che Ridurre a oro.
v. ORO §. IV.
Definiz: §. XV. Recarsi una ingiuria, o simili da uno, o Recarsela assolutam. vagliono Riconoscerla, Pigliarla, e Reputarla fatta da lui.
Esempio: Bocc. nov. 68. 20. Checchè egli s'abbia di me detto, io non voglio, che voi il vi rechiate, se non come da uno ubbriaco.
Esempio: G. V. 6. 68. 1. E recaronsi, che gli Aretini avesson loro rotta la pace.
Definiz: §. XVI. Recarsi addosso alcuna cosa, vale Addossarsela, Pigliarsene briga, o cura. Lat. curam suscipere. Gr. ἐπιμέλειαν ὑποδύεσθαι.
Esempio: Bocc. nov. 26. 9. Egli è lo stimol di Filippello, il qual tu, con fargli risposte, e dargli speranza, m'hai fatto recare addosso.
Definiz: §. XVII. Recarsi a mente, a memoria, per la memoria, o simili, vagliono Rammentarsi, Ridursi a memoria. Lat. sibi in mentem redigere. Gr. ὑπομιμνήσκειν.
Esempio: Mor. S. Greg. Recatevi innanzi alla mente la battaglia delle persecuzioni.
Esempio: Coll. Ab. Isac. cap. 17. Elía, quando ebbe il zelo della legge d'Iddio, in questa armatura vinse, recandosi a memoria le comandamenta del suo possessore, cioè lo Spirito Santo.
Esempio: Bocc. nov. 30. 6. A recarsi per la memoria la giovanezza, e la bellezza di costei cominciò.
Esempio: Dant. Purg. 6. Qual va dinanzi, e qual dirietro il prende, E qual da lato gli si reca a mente.
Esempio: Pass. 38. Recandoci a mente quello, che dice la scrittura nel libro della sapienzia.
Esempio: Vit. S. Gio. Bat. 201. Ponevasi in alcuno prato a sedere, o inginocchiato, e recavasi a memoria le cose, ch'egli aveva lette di Dio.
Definiz: §. XVIII. Recarsi ubbía, vale Prendere ubbía. Lat. abominari. Gr. βδελύττεσθαι.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 48. Per dilungarsi dal morto, e per fuggire l'ubbía, che sempre si recava de' morti.
Definiz: §. XIX. Recarsi in braccio, in mano, in grembo, o simili, vagliono Pigliare in braccio ec. Lat. in ulnis suscipere. Gr. ἐναγκαλίζεσθαι.
Esempio: Bocc. nov. 74. 11. Credendosi aver la donna sua allato, si recò in braccio la Ciutazza.
Esempio: Vit. S. Gio. Bat. Portò quella santissima testa alla sua pessima madre, e quando ella la vide, senza misura si rallegrò, e recollasi in mano.
Definiz: §. XX. Recarsi a noia, vale Prendere a noia, o in fastidio. Lat. odio habere. Gr. δυσμενῶς διακεῖσθαι.
Esempio: Bocc. nov. 15. 23. Recatosi a noia il picchiare, il quale egli faceva ec. cominciarono a dire.
Definiz: §. XXI. Recarsi le mani al petto, vale Porsele.
Esempio: Bocc. nov. 79. 35. A modo, che se steste cortese, vi recate le mani al petto.
Definiz: §. XXII. Recarsi sopra di se, vale Star sulla persona, senza aiuto, o appoggio.
Esempio: Galat. 16. Dee l'uom recarsi sopra di se, e non appoggiarsi, nè aggravarsi addosso altrui.
Definiz: §. XXIII. Recarsi sopra di se, o in se stesso, vale anche Raccorre il pensiero. Lat. secum cogitare. Gr. σκοπεῖν παρ'ἑαυτῷ.
Esempio: Bocc. nov. 13. 2. In se stessa recatasi, quel, che dovesse dire, cominciò a pensare.
Definiz: §. XXIV. Recarsi in guardia, vale Accomodarsi in positura di star guardato, e difendersi.
Definiz: §. XXV. Recarsi una cosa in buona, o in cattiva parte, vale Stimarla, o Prenderla in bene, o in male.
Esempio: Sen. Pist. 81. Ancora il savio spregia le cose, che gli hanno nociuto, e non le dimentica per negligenza, ma per propria volontà, e non reca tutte le cose alla peggior parte (il T. Lat. ha vertere omnia in peius)
Esempio: E Sen. Pist. appresso: Qualunque cosa gli avviene, egli la si reca in buona parte, e falla leggiere, non ricordandosi della 'ngiuria più volentieri, che del beneficio (il T. Lat. ha benigne interpretare)